Gesti di ecologia quotidiana

Roberto Rizzo
Salvare il mondo senza essere Superman. Gesti di ecologia quotidiana
Einaudi, 2005
pp. 172, euro 10,80

 

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“Piccole utopie realizzabili” potrebbe essere un altro sottotitolo per questa opera prima di Roberto Rizzo, giornalista scientifico che si occupa di tematiche ambientali e di energia. Piccole utopie perché a un primo approccio un po’ distratto, i consigli che l’autore elenca pagina dopo pagina, sembrano talmente semplici da sembrare futili e di conseguenza superflui, senza conseguenze concrete sul mondo. Sono per esempio: andare a piedi o in bicicletta ogni volta che è possibile invece di usare l’automobile a benzina, oppure mangiare più frutta di stagione e meno bistecche, o ancora pulire bagno e cucina con acqua e bicarbonato di sodio al posto degli usuali detergenti.

Realizzabili perché a una lettura più attenta si capisce che ogni piccolo gesto è importante in quanto concretamente quantificabile oltre che in termini di consumo di energia, anche in termini di emissioni di anidride carbonica, il principale gas responsabile dell’effetto serra antropico: un paio di chilometri percorsi a piedi o in bicicletta evita di emetterne circa 250 grammi, portare in tavola un chilogrammo di pomodori fuori stagione (da novembre a maggio) significa contribuire all’emissione di circa un chilo di CO2, mentre la produzione di un hamburger  richiede tanto petrolio quanto quello necessario per percorrere in auto a benzina una trentina di chilometri. “Se tutti gli abitanti della Terra consumassero come gli statunitensi servirebbero tre pianeti, se la stessa proporzione fosse fatta in base ai consumi degli italiani ne servirebbero due” ci informa Rizzo. 

“Ricordiamoci che ogni volta che acquistiamo un nuovo oggetto stiamo consumando, indirettamente, energia e risorse del pianeta e, come dimostra l’esperienza, non stiamo comprando la nostra felicità…”. Ecco un altro piccolo suggerimento che porta a un agire più consapevole e concreto e porta ad esempio verso i Gruppi di acquisto solidali o il car sharing o l’installazione di pannelli solari fotovoltaici e termici o ancora la scelta degli elettrodomestici di categoria A+ e A++. “Il modo per aiutare il prossimo (e se stessi) è limitare il proprio impatto sull’ambiente” si legge, e allora cerchiamo di produrre meno rifiuti dicendo ad esempio no all’usa e getta (o scegliendo una confezione di pasta da un chilo piuttosto che due da mezzo chilo, per risparmiare l’imballaggio) e sì all’acqua di rubinetto (niente più bottiglie da buttare): ricordiamoci che per 100 Kg di spazzatura produciamo 130 Kg di CO2. “E invece di oggetti di plastica, cerchiamo quelli in Mater-Bi, materiale completamente biodegradabile […]: in Mater-Bi esistono sacchetti per la spesa, piatti, posate, bicchieri, cannucce, sacchetti per la raccolta della frazione organica dei rifiuti, vasetti per yogurt, bastoncini per le orecchie, penne, pannolini, pettini, righelli e molti altri oggetti ancora”.

Siamo di fronte a una lettura da affrontare però con onestà, perché in questo caso la conoscenza modifica effettivamente chi la acquisisce. Vi troviamo informazioni utili, dati precisi e aggiornati, insomma un prezioso manuale per cambiare il mondo “a piccole dosi”. Ci sentiremo un po’ in colpa dopo, se useremo i fazzolettini di carta, se compreremo un palloncino gonfiabile a nostro figlio, o se per risparmiare qualche ora invece del treno prenderemo l’aereo? Probabilmente la risposta è sì, ma in fondo è forse giusto, perché avremmo potuto evitarlo. Senza essere Superman.

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