Gesu’, l’uomo sposato

E Gesù disse loro: ‘mia moglie…’”. Sono le inaspettate parole scritte in lingua copta su un frammento di papiro del IV secolo d. C. reso pubblico per la prima volta ieri a Roma al decimo Congresso internazionale di studi copti (ancora in corso) da Karen King, studiosa del primo Cristianesimo e docente presso la Harvard Divinity School. È la prima (e unica) volta, come sottolinea lo Smithsonian Magazine, che si viene a conoscenza di un testo antico in cui si accenna a una moglie di Gesù, identificabile con Maria Maddalena.

Il frammento, vergato con inchiostro su papiro, è molto piccolo, appena 4×8 centimetri, circa le dimensioni di una carta di credito, e quasi completamente illeggibile: otto frasi sono intellegibili su uno dei due lati e appena poche parole sull’altro, nel quale l’inchiostro è quasi completamente sbiadito. Trentatré parole in tutto. Il testo è un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli, e apparterrebbe a quello che King ha battezzato Gospel of Jesus’ wife, ovverosia il Vangelo della moglie di Gesù, scritto originariamente in greco. A causa della sua somiglianza con altri testi come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo, viene fatto risalire alla seconda metà del II secolo d.C.

“Non è certo una prova del fatto che Gesù avesse una moglie”, specifica subito Karen King: “quanto di quello che nel II secolo d.C. qualcuno aveva la certezza che fosse sposato.  Del resto – continua la storica statunitense – non vi sono neanche prove certe del fatto che Gesù non fosse sposato anche se la tradizione cristiana ha sostenuto questa posizione”.

È interessante, fa notare la studiosa, che è sempre nel II secolo d.C. che compaiono i primi testi che raffigurano Gesù come uomo celibe. Un periodo troppo lontano da quello in cui Gesù ha vissuto perché qualunque testo possa essere considerato una definitiva prova storica, in un senso o nell’altro. “Tuttavia, questa è la prova che l’intera questione sullo stato civile di Gesù è nata in quel periodo, più di un secolo dopo la sua morte, come parte del dibattito tra i primi cristiani sulla condotta più idonea in termini di sessualità e matrimonio”.

Ma come fare a dire che questo frammento, che getta acqua su un fuoco antico quasi 2.000 anni, non è un falso? La stessa King era molto scettica riguardo l’originalità del frammento quando per la prima volta, nel 2010, venne contattata dal suo proprietario, un collezionista rimasto anonimo, perché lo studiasse: “Non credevo che si trattasse di un pezzo autentico e ho detto che non ero interessata a vederlo”. Il proprietario però insistette e ottenne un colloquio nel marzo di quest’anno, durante il quale lasciò alla storica di Harvard il prezioso frammento.

Vederlo non bastò alla ricercatrice per convincerla a occuparsene sul serio, tuttavia fu sufficiente per chiedere l’intervento di due esperti. I primi a essere contattati, come racconta il New York Times, sono stati Roger Bagnall, papirologo e direttore dell’Institute for the Study of the Ancient World della New York University AnneMarie Luijendijk docente di un corso sul Nuovo testamento e sul primo Cristianesimo alla Princeton University.

I due hanno esaminato attentamente il frammento non trovando nessun buon motivo per metterne in dubbio l’autenticità. Al contrario ne hanno trovati diversi a favore come l’assorbimento dell’inchiostro da parte delle fibre di papiro, tale da rendere il testo quasi illeggibile. “Sarebbe stato impossibile da falsificare”, ha dichiarato Luijendijk. Anche l’analisi grammaticale e ortografica condotta da Ariel Shisha-Halevy, docente di linguistica ed esperto di lingua copta della Hebrew University di Gerusalemme, ha ottenuto lo stesso verdetto. “Sono convinto – sulla base dello studio del linguaggio e della grammatica adoperati – che il testo sia autentico”. 

Ovviamente queste analisi non sono sufficienti per dichiarare con certezza che si tratti di un pezzo autentico, e ne saranno necessarie altre, come quelle sulla composizione chimica dell’inchiostro. Tuttavia hanno dato a Karen King un buon motivo per cominciare a lavorare sul serio alla traduzione e interpretazione del testo. Un lavoro di mesi che ha portato alla scoperta della testimonianza di un possibile matrimonio di Gesù e Maria Maddalena e alla scrittura di un paper che sarà pubblicato il prossimo gennaio sulla Harvard Technological Review.

Quale sarà l’effetto di questa scoperta sull’infinito dibattito cristiano a proposito di matrimonio e sessualità non si può ancora prevedere, tuttavia il testo del frammento solleva questioni che non possono rimanere irrisolte, come sottolinea la storica di Harvard: “Come mai sono sopravvissuti fino a oggi solo testi scritti a favore del celibato di Gesù? E come mai tutti quelli che mostravano una relazione intima con Maddalena o un eventuale matrimonio sono andati perduti? È stato solo un caso? O è stato perché quella del celibato era divenuta l’opzione più conveniente per il Cristianesimo?”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Karen L. King 2012

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