Gli effetti della (troppa) marijuana

Brutte notizie per i consumatori pesanti di marijuana. Secondo gli scienziati del National Institute on Drug Abuse di Rockville, il consumo abituale di maria – cinque o più spinelli al giorno, per intenderci – fa sì che il cervello sia meno sensibile alla dopamina, il messaggero chimico associato a sensazioni positive, motivazione e ricompensa. Nel loro lavoro, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, i ricercatori sottolineano che la diminuzione della risposta alla dopamina potrebbe spiegare perché si tende ad abusare della marijuana.

Nora Volkov, prima autrice dell’articolo e direttore al National Institute on Drug Abuse, spiega che lei e il suo team hanno analizzato il cervello e le risposte corporee di 24 consumatori di marijuana, che fumavano una media di cinque volte al giorno per cinque giorni alla settimana da circa dieci anni. I soggetti hanno mostrato risposte più deboli al metilfenidato, uno stimolante usato per curare disturbi dell’attenzione e iperattività, rispetto ai non consumatori. L’assunzione del metilfenidato, in sostanza, provoca un aumento dei livelli di dopamina del cervello, cui i fumatori si sono rivelati molto poco sensibili. Non solo a livello cerebrale ed emotivo: lo stimolante non ha influenzato significativamente neanche altri parametri corporei, come frequenza cardiaca e pressione diastolica.

L’effetto – o meglio, il mancato effetto – potrebbe aiutare a spiegare, secondo i ricercatori, il cosiddetto craving, cioè il desiderio impulsivo di assumere stupefacenti.

Via: Wired.it

Credits immagine: r0bz/Flickr

1 commento

  1. Non è uno di quei casi in cui si confonde la causa con l’effetto? Se la maria produce gratificazione, non la cercherà chi si sente meno gratificato? Si hanno statistiche sulla reazione a dopamina nella popolazione?

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