Gli effetti dell’inquinamento sulla fertilità

    Inquinamento “invisibile” che mette a rischio la salute riproduttiva di uomini e donne: ftalati, Pcb, composti a base di fluoro che si accumulano nell’organismo degli esseri viventi e che, lungo la catena alimentare, arrivano sulle nostre tavole, alterando l’equilibrio ormonale e riducendo la nostra fertilità e quella dei nostri discendenti, provocando danni come endometriosi e scarsa mobilità spermatica. E’ quanto emerge dai primi risultati del progetto Previeni, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in collaborazione con Sapienza Università di Roma, Università di Siena e Wwf. Le analisi, partite nel 2008, hanno considerato la salute riproduttiva di 125 coppie, cercando una possibile correlazione tra l’inquinamento ambientale e l’insorgenza dell’infertilità. E,  dai primi dati, sembra che i segnali più significativi arrivino dalle grandi aree metropolitane.

    Non è solo un problema di smog, sebbene l’inquinamento ambientale abbia un ruolo prevalente: le sostanze dannose, infatti, penetrano nell’organismo anche attraverso la polvere e il contatto con materiali antiaderenti, plastiche e vernici. I dati del progetto Previeni mostrano per esempio come nella Capitale la concentrazione di ftalati (Mehp) nel sangue delle donne sia in media dieci volte superiore a quella riscontrata in chi abita in centri più piccoli. Tuttavia a Sora, nel basso Lazio, la concentrazione di perfluorurati (Pfoa) nel sangue degli uomini è dieci volte quella dei maschi di Roma, e in una cittadina poco trafficata come Ferrara le donne mostrano livelli medi di Pfoa più elevati delle abitanti di Roma e Sora messe insieme.

    Non è ancora possibile tracciare una correlazione diretta tra l’alta concentrazione di inquinanti e i casi di infertilità, anche se è ormai chiaro che le donne sono sempre più a rischio rispetto agli uomini: in una decina di gravidanze (tutte a Roma) i ricercatori, analizzando il sangue estratto dal cordone ombelicale dei nascituri, hanno notato un passaggio del Mehp dalla placenta al feto. Dunque, sottolineano gli studiosi, già al momento della nascita i piccoli portano con sé un carico di inquinanti accumulato durante la gestazione. Una pesante eredità che, un giorno, potrebbe influire sul loro corretto sviluppo riproduttivo.

    Credit foto: Stefan Wernli

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