Gli scoiattoli killer che colonizzano l’Europa

Sono più grossi e più “cattivi”. Cavalieri della pestilenza, portatori di un morbo letale che costa caro ai loro nemici. Sono gli scoiattoli grigi, Sciurus carolinensis. Questi roditori dalla grande coda nativi del Nord America, introdotti per caso in Europa, stanno colonizzando velocemente l’ecosistema del Vecchio mondo anche grazie a una malattia di cui sono portatori sani, che risulta però letale ai più piccoli scoiattoli rossi (Sciurus vulgaris) autoctoni. L’area più colpita è la Gran Bretagna, dove, secondo alcuni calcoli, gli scoiattoli rossi potrebbero essere completamente estinti in meno di 20 anni. Ma, come svela una ricerca delle Università di Torino, Genova e Varese, hanno ormai colonizzato ampie zone anche nel Nord Italia.

Gli scoiattoli grigi sono considerati una delle cento specie aliene più invasive dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn). Consumano nove volte più cibo di quelli rossi, e sono talmente aggressivi da spingere questi ultimi a smettere di riprodursi. Sono inoltre portatori sani di un virus, il parapoxvirus, che causa nelle altre specie gravi lesioni e la perdita di sangue dagli occhi e dalla bocca, uccidendo gli animali in pochi giorni.

Questi roditori invasivi sono arrivati in Italia nel 1948, come “dono” da parte dell’ambasciatore americano: quattro esemplari tenuti inizialmente in un parco di Torino, dal quale però sono presto riusciti a fuggire. Si sono così moltiplicati e hanno allargato velocemente il loro territorio, tanto che oggi in Piemonte hanno completamente scacciato gli scoiattoli rossi da un’area di 1.150 chilometri quadrati. I ricercatori, come riporta il Guardian, ritengono che l’area sia destinata a espandersi esponenzialmente nei prossimi anni, e se non verranno presi provvedimenti potrebbe presto arrivare fino alla Francia.

Non è però solo il Nord Italia a fare i conti con l’invasione degli “americani”. Nei primi anni del Duemila la specie infatti ha fatto la sua comparsa anche in Umbria, nella zona di Perugia, da dove gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche temono possa estendersi nell’intera regione, mettendo così a rischio nel futuro tutto il centro Italia.

Non sono solamente gli scoiattoli rossi a risentire dei danni provocati dall’avanzata dei grigi. Questi ultimi danneggiano infatti le zone boschive, e mangiano le uova di rane e uccelli mettendo a rischio la sopravvivenza di queste specie. Questo non avviene invece nel Nord America dove, come spiega Scientific American, gli scoiattoli hanno subito un processo di coevoluzione con un’ampia varietà di noci e altri vegetali commestibili.

Per tutetlare le popolazioni locali, in Italia è attivo dal 2011 il progetto Rosso Scoiattolo, finanziato dal programma europeo Life+, che prevede il monitoraggio e la protezione degli habitat dello scoiattolo rosso. Per l’invasore, invece, si è parlato addirittura di soppressione tramite eutanasia, pratica che ha suscitato ovviamente le proteste degli animalisti e che mal si sposa al principio di tutela delle specie. Un’alternativa meno drammatica potrebbe essere la loro sterilizzazione, che presenta però molti problemi, legati ai costi e all’alta mortalità a seguito dell’operazione. 

Riferimenti: Rosso scoiattolo

Credits immagine: thelearnedfoot/Flickr 

6 Commenti

  1. Per la verita’ come facilmente verificabile sul sito dell’Unione Internazionale per la Conservazione della natura il “morbo letale” di cui si parla non e’ mai stato osservato in Italia, a dispetto di tanta propaganda da parte delle istituzioni.
    Sempre secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura lo scoiattolo rosso NON e’ a rischio; lo sono invece altre 20.000 specie animali e vegetali per le quali le istituzioni stesse non si scompongono piu’ di tanto.
    Inoltre, a proposito dell’accusa di mettere a repentaglio la vita degli uccelli selvatici, una recente e minuziosa ricerca svolta dal British Trust for Ornithology e da Natural England ha messo le cose in chiaro dimostrando l’infondatezza di tale teoria.
    Il sito http://www.scoiattologrigio.org propone un approccio diverso al problema, e illustra le considerazioni a supporto della tesi secondo cui i piani di eradicazione sono inutili, costosi e destinati al fallimento oltre che eticamente inaccettabili.

  2. @ Scoiattolo Grigio

    “secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura lo scoiattolo rosso NON e’ a rischio”

    E provare a capire ciò che si legge? Non è a rischio a livello globale, ma se ti sforzassi di leggere ciò che l’IUCN scrive ( http://www.iucnredlist.org/details/20025/0 ), potresti scoprire che lo è a livello locale
    “there have been well-documented population declines and range contractions in the United Kingdom, Ireland and Italy”
    e poi
    “The main threats to this species are habitat loss and fragmentation, but these are not considered to pose a major threat to the species at present. In Britain and Italy, out-competition by the introduced grey squirrel Sciurus carolinensis (Gurnell and Pepper 1993, Wauters et al. 1997, Bertolino and Genovesi 2003). Now that the grey squirrel has become established on the continent, it can be expected that it may ultimately spread throughout much of the red squirrel’s range”
    Quindi, anche se tu non ci vuoi credere, lo scoiattolo rosso in Italia E’ A RISCHIO, e la principale causa è quello grigio. Le specie aliene sono tra le peggiori pesti che il genio umano è riuscito ad inventarsi, e l’unica soluzione sarebbe la totale eradicazione delle stesse. Sfortuna vuole che sia estremamente complicato.

  3. Assicuro di avere letto con attenzione il sito dell’IUCN, anche le parti di solito sapientemente omesse, come appunto quelle che dicono che il virus in Italia proprio non lo si e’ mai visto.
    Confermo che lo scoiattolo rosso non e’ a rischio, e se si ragiona a livello di specie ovviamente il fatto che possa essere in diminuzione in determinate zone e’ evidentemente di pochissima rilevanza, tanto che l’Universita’ di Bristol ha scritto in una sua ricerca che i soldi spesi per la conservazione dello scoiattolo rosso in Gran Bretagna sono soldi spesi male, data la sua ampia diffusione in Europa ed in Asia.
    Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ci sono invece circa 20.000 specie animali e vegetali a rischio ora e a livello globale, per le quali non noto altrettanto interesse.

  4. Lascia il benaltrismo ai politici: sappiamo tutti che ci sono tante specie a rischio, ma disgraziatamente è possibile fare ben poco per ciò che succede dall’altra parte del mondo. Quindi, concentrati su un orizzonte più limitato: l’Italia. Ed in tal caso c’è una “well-documented population declines and range contractions in the United Kingdom, Ireland and Italy”. Il cui significato a chi ha due basi di inglese dovrebbe apparire abbastanza ovvio.. Al di là della tua libera interpretazione..
    Inoltre prova capire che se ” l’Universita’ di Bristol ha scritto in una sua ricerca che i soldi spesi per la conservazione dello scoiattolo rosso in Gran Bretagna sono soldi spesi male” non necessariamente lo stesso discorso vale per l’Italia (cmq sarei interessato ad avere maggiori informazioni se avrai voglia di postare qualche link..).

  5. “Le “informazioni diverse” di “Scoiattolo Grigio” dovrebbero nella sua ottica fornire indicazioni obiettive, in realtà si tratta di “propaganda” preconfezionata che viene copiata e incollata in vari blog, quindi rispondo qui come già fatto altrove.
    Vediamo punto per punto le presunte “verità” che ci ha elencato “Scoiattolo Grigio”, raccontando solo le parti che gli facevano comodo :
    – E’ stato aperto un “case file” dallo Standing Commitee della Convenzione di Berna, un documento ufficiale e verificabile da tutti è disponibile a questo link del sito ufficiale del Consiglio d’Europa: (https://wcd.coe.int/com.instranet.InstraServlet?command=com.instranet.CmdBlobGet&InstranetImage=1953013&SecMode=1&DocId=1808934&Usage=2). Le conseguenze del mancato rispetto delle prescrizioni del case file sono quelle previste dall’art. 18 della Convenzione di Berna, che prevede la trasmissione del caso ad un tribunale arbitrale le cui sentenze sono definitive e vincolanti. In ogni caso il paragone con le procedure di infrazione della Commissione europea è calzante.
    – l‘Unione Internazionale per la Conservazione della Natura considera lo scoiattolo rosso “non a rischio di estinzione” perché per fortuna ha un areale estremamente vasto (non c’è solo in Italia), ma nella pagina ufficiale relativa allo scoiattolo europeo mette chiaramente in evidenza il rischio dovuto alla presenza dello scoiattolo grigio in Inghilterra e Italia. Questa è la pagina ufficiale: http://www.iucnredlist.org/details/summary/20025/0
    – la distruzione dell’habitat è la principale causa di scomparsa per quasi tutte le specie, nel caso dello scoiattolo rosso in Italia (ed in Gran Bretagna) alla distruzione dell’habitat si aggiunge la competizione con una specie alloctona come lo scoiattolo grigio: i due effetti dunque si sommano , con l’aggravante che in questi paesi lo scoiattolo rosso scompare anche dove il suo habitat è ben conservato
    – lo scoiattolo grigio è ufficialmente un portatore sano del pox virus (http://www.biomedcentral.com/1746-6148/6/33/) che per fortuna non è ancora stato rilevato in Italia, ma che in Gran Bretagna determina ufficialmente la morte degli scoiattoli rossi con conseguenze estremamente negative sulle popolazioni locali: http://northernredsquirrels.org.uk/pox.htm. Non metto link alle immagini di scoiattolo rosso malati perché possono essere impressionanti.
    – Nessuno parla di eradicazione in Piemonte, ma l’intervento ha lo scopo di tenere sotto controllo le popolazioni di scoiattolo grigio per evitare, dato che l’areale italiano è in continua espansione, che si diffondano nel resto d’Europa. Questo è il link del sito ufficiale del progetto LIFE: http://www.rossoscoiattolo.eu/
    Le questioni etiche sono personali e rispettabili. La realtà dei fatti invece è cosa ben diversa e non andrebbe adattata alle proprie esigenze.
    Cordiali saluti

  6. Bene! So già come finirà: come le altre volte. Con me che rivelo verità scomode e faccio domande scomode e te che ti eclissi. E stavolta hai voluto tirare in ballo l’economia, gli “interessi economici personali e diretti”… Ti sei dato il colpo di grazia da solo. Vogliamo parlare della tua amica LAV (quella della petizione “Io sto con gli scoiattoli” a te tanto cara)? Parliamone. Parliamo dei 1.857.105 € del 2009, dei 2.557.295 € del 2010, dei 4.411.058 € del 2011, dei 4.735.156 € del 2012, dei 8.218.424 € del 2013, dei 9.700.003 del 2014! Tutti soldi che la LAV ha chiaramente speso, e ci mancherebbe altro, per finanziare progetti di eradicazione degli scoiattoli grigi che non prevedano la soppressione né la sterilizzazione ma, se non sbaglio, il trasferimento degli esemplari dall’Italia all’America, con tanto di pagamenti in dollari perché gli Americani si riprendessero le bestiole, giusto? Ah, no… Li ha spesi per fare propaganda in difesa di alloctoni nocivi come il gambero rosso e la zanzara tigre, giusto? Ah, no… Quelli non hanno quei bei occhioni disneiani! Oppure c’è qualche altro motivo per cui voi animalisti che tenete più alla foglia che all’albero (metafora fra individui ed ecosistemi) perdete tempo a combattere i professionisti che si occupano di fauna, ambiente, natura, biologia e così via invece di proporre soluzioni incruente che risolvano i problemi relativi ai soli animali “pucciosi” (perché, infatti, non ho mai visto spade sguainate in difesa del punteruolo rosso…)? E questo sarà, come al solito, l’ultimo commento della pagina, perché il sig. Scoiattolea Grigion, come al solito, si guarderà ben dal rispondere, preferendo passare al sito successivo (che io puntualmente troverò, ripetendo il ciclo).

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