Global warming, per gli albatri è un vantaggio

Già provvisti di “vele” all’avanguardia, ultimamente hanno anche il vento dalla loro parte. Gli albatri urlatori (Diomedea exulans), una vita trascorsa tra cielo e mare senza quasi mai posare le zampe a terra, viaggiano infatti più agevolmente da quando il sistema di correnti atmosferiche dell’oceano Indiano meridionale si è fatto più intenso. Accorciando i tempi di spostamento, grazie soprattutto alla rinvigorita forza dei venti occidentali, questi uccelli erranti si nutrono meglio e si riproducono con più successo. Ad attestare il fenomeno – forse un “beneficio” (almeno per questa specie) inatteso dei cambiamenti climatici globali – sono stati i dati raccolti negli ultimi decenni dai ricercatori del Centre d’Etudes Biologiques de Chizé (CNRS-CEBC), in Francia, e del German Helmholtz-Centre for Environmental Research (UFZ), in Germania.

Il volo di un albatro, tanto elegante quanto è sgraziato il suo atterraggio, è sostenuto per centinaia di chilometri sia dall’apertura alare (la più grande tra gli uccelli viventi), sia dai venti degli oceani meridionali. Proprio in queste acque sorgono le isole Crozet, su cui abitualmente la specie Diomedea exulans approda per nidificare e riprodursi. Proprio queste isole sono state utilizzate come principale centro di raccolta dati per il nuovo studio franco-tedesco pubblicato su Science.

L’indagine, cominciata quarant’anni fa sotto il coordinamento di Henri Weimerskirch, si è avvalsa di trasmittenti satellitari applicate sugli albatri (al fine di tracciare i loro percorsi) e di monitoraggi demografici e della massa corporea. Integrando queste osservazioni a lungo termine con i dati sulla variazione del sistema di correnti atmosferiche, è risultato che l’intensificazione e lo spostamento verso Sud dei venti occidentali ha indotto un accorciamento delle traversate a scopo di nutrizione (gli albatri mangiano pesci e calamari pescati in mare aperto), regalando quindi più tempo ed energie da dedicare alla riproduzione. Infatti, la generazione di albatri avvantaggiata da queste nuove condizioni ha una prole più numerosa e pesa mediamente un chilo in più. 

Secondo i climatologi, la nuova circolazione atmosferica tanto favorevole agli albatri è solo una delle espressioni del riscaldamento globale, al quale si collegano anche le note variazioni di piovosità e l’innalzamento del livello marino. “Gli effetti positivi dei cambiamenti ambientali registrato negli ultimi decenni non durerà a lungo”, avverte però Maite Louzao Arsuaga (UFZ), secondo la quale entro il 2080 il campo dei venti occidentali sarà spostato così a Sud da costringere gli albatri a volare più a lungo per trovare le zone adatte alla pesca.

Riferimento: 10.1126/science.1210270

Credit per l’immagine: Paul Tixier via Sciencemag

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