Categorie: Salute

Guerra batteriologica alla malaria

Contro la malaria si cambia tattica. Un’équipe di ricerca interamente italiana ha dichiarato “guerra batteriologica” alle zanzare Anopheles portatrici del Plasmodium, il parassita responsabile della malattia che si trasmette all’uomo con la puntura di insetto. Sei gruppi di cinque università italiane (Camerino, Milano Statale, Torino, Parma e Pavia), coordinati da Guido Favia, Claudio Bandi e Daniele Daffonchio, hanno scoperto un microrganismo che vive in simbiosi con le zanzare. Il batterio individuato è candidato a diventare l’arma biologica contro il parassita della malaria.

Nonostante gli sforzi della ricerca, oggi la soluzione per controllare la diffusione della malattia appare ancora lontana, La malaria è la seconda malattia infettiva per mortalità, colpisce più di 500 milioni di persone nel mondo, in prevalenza in Africa, Asia e Sud America, e ne uccide più di due milioni all’anno, soprattutto bambini. Lo studio italiano, in pubblicazione su Pnas, apre nuove speranze.

“Anche la zanzara, come l’uomo, ha una sua flora batterica, che però non era stata molto studiata”, spiega Favia. “Fra i diversi ‘abitanti’ dell’insetto quello più interessante è un batterio acetico appartenente al genere Asaia”. Grazie all’impiego di tecniche di ecologia microbica molecolare, microscopia, microbiologia e biologia molecolare, i ricercatori hanno scoperto che il microrganismo colonizza i distretti corporei della zanzara, inclusi intestino e ghiandole salivari, dove il plasmodio vive e sviluppa parte del suo ciclo vitale. Caratteristica importante del batterio, ai fini della guerra batteriologica, è che si trasmette per via venerea dal maschio alla femmina della zanzara e verticalmente dalla femmina alla progenie. Il microrganismo è quindi un candidato ideale per il “controllo simbiotico” della malattia.

L’obiettivo della strategia è utilizzare il batterio come “vettore” per veicolare all’interno del corpo dell’insetto farmaci o fattori con attività anti-plasmodio, per interrompere il ciclo biologico del parassita. Questa interferenza nella zanzara potrebbe o annullare i livelli di trasmissione del patogeno all’essere umano. “Insieme a una università inglese stiamo studiando il modo di far produrre al batterio anticorpi specifici”, continua Favia. “Per ora l’Asaia ha un ruolo potenziale, ma in letteratura ci sono già esempi di ricerche di questo tipo per altri parassiti,  trasmessi da altri insetti, come la mosca tse-tse”. (da.c.)

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