Guidare con il pensiero

Non solo gli occhi, ma anche la mente di chi guida deve essere ben concentrata quando si è alla guida di un autoveicolo. Perché proprio in questi frangenti le distrazioni interne – quelle del pensiero – sono pericolose quanto rispondere a un telefono cellulare o consultare una carta geografica. Una ricerca dell’Universidad Complutense di Madrid (Spagna), pubblicata dal Journal of Experimental Psychology Applied, ha dimostrato quanto conti il pensare quando si è al volante. Per valutare l’impatto della concentrazione sono stati osservati dodici guidatori tra i 21 e i 37 anni mentre percorrevano ottanta chilometri su autostrada e strade secondarie. A ciascuno erano stati assegnati compiti verbali (ripetere ad alta voce parole che cominciano con una stessa lettera) e compiti visivi (immaginare le lettere dell’alfabeto distinguendo quelle aperte da quelle chiuse). Proprio in questo secondo caso è stato notato un maggiore calo di attenzione alla guida: i guidatori fissavano un punto lontano nel vuoto dimenticando di guardare nello specchietto retrovisore e di controllare il tachimetro. Spiega il dottor Recarte, autore della ricerca: “E’ come se nell’esecuzione dei compiti visivi gli occhi di una persona si congelassero, restringendo l’angolo di visuale. Cosa che danneggia senz’altro la percezione dell’ambiente circostante. Fare un qualsiasi calcolo mentale mentre si guida aumenta i rischi di incidenti. Meglio ascoltare musica”. (m.mi.)

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