Happy hour sulla cometa Lovejoy

Le comete Lovejoy in passato hanno fatto già parlare di sé. Prima nel 2011, quando uno di questi corpi celesti, scoperti dall’astronomo dilettante Terry Lovejoy, ha attraversato indenne la corona solare. Poi nel 2013 e ancora nel 2014, quando altre due comete Lovejoy (la C/2013 R1 e la C/2014 Q2) si sono avvicinate al Sole nel periodo natalizio, diventando visibili, anche a occhio nudo, per tutto il mese di dicembre. Oggi, uno studio pubblicato sulla rivista Science Advance da un team di ricerca internazionale coordinato dall’Osservatorio di Parigi svela una nuova curiosità su questi corpi celesti. La loro atmosfera contiene infatti due sostanze particolarmente apprezzate sulla Terra: alcol e zucchero.

Si tratta, spiegano i ricercatori, della prima volta che queste queste sostanze vengono osservate sulla superficie di una cometa, e la scoperta rappresenta quindi una nuova conferma per la teoria che vede in questi corpi celesti una fonte fondamentale di molecole organiche complesse, che avrebbero aiutato la comparsa della vita sul nostro pianeta.

Per effettuarla, gli autori dello studio hanno utilizzato un radiotelescopio di 30 metri dell’Institut de Radioastronomie Millimétrique (Iram), che sorge in Sierra Nevada, Spagna.

Osservando con l’apparecchio la cometa C/2014 Q2 nel momento di minor distanza dal Sole, a gennaio di quest’anno, i ricercatori sono riusciti a identificare 21 sostanze chimiche. Tra queste alcune molecole organiche come il glicole etilenico, l’acido formico e l’acetaldeide, già scoperte in passato sulla superficie di altre comete. In aggiunta però hanno identificato anche la glicolaldeide, una molecola estremamente semplice di zucchero, ed etanolo. Quest’ultimo in particolare è risultato particolarmente abbondante: durante le osservazioni, la cometa ha prodotto infatti ogni secondo una quantità di alcol equivalente al contenuto di 500 bottiglie di vino.

“I risultati confermato l’idea che le comete trasportino sostanze chimiche estremamente complesse”, spiega Stefanie Milam, ricercatrice della Nasa e coautrice dello studio. “Durante l’Intenso bombardamento tardivo, un fenomeno avvenuto circa 3,8 miliardi di anni fa in cui moltissime comete e asteroidi colpirono la Terra, si stavano formando i primi oceani. Per questo motivo la vita potrebbe essersi sviluppata avendo a disposizione non solamente molecole semplici, come acqua, monossido di carbonio o azoto. Grazie alle comete, gli ingredienti da cui è nata la vita potrebbero essere stati già molto più sofisticati a livello molecolare”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Fabrice Noel

2 Commenti

  1. Ma, da ignorante della materia mi chiedo, come mai nelle comete queste molecole sono così abbondanti? C’è una “fucina” segreta nella casa delle comete ??

  2. Ora capisco perché spesso vanno ” a zig zag ” nello spazio e perché tanti nostri cantanti ” vedi Vasco ” nei loro testi si ispirano agli astri !!! Ah ah

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