Il cannibalismo delle giovani galassie

Flussi di gas da piccole, galassie da più grandicelle. Se dovessimo stilare la dieta delle galassie adolescenti, quelle cioè risalenti al periodo tra i 3 e i 5 miliardi di anni dopo il Big Bang, scopriremmo che l’accrescimento di questi ammassi stellari è frutto di questi due diversi processi, come suggeriscono le osservazioni compiute dal Very Large Telescope (Vlt) dell’European Southern Observatory (Eso) in una serie di articoli in via di pubblicazione su Astronomy and Astrophysics

L’idea alla base delle osservazioni di Vlt, e la successiva analisi della dieta delle galassie, si basa sul fatto che inizialmente questi ammassi stellari erano più piccoli di quelli osservati oggi (le galassie adolescenti, giovani, sono quelle talmente distanti che la loro luce arriva dal passato remoto, quando l’Universo aveva tra i 3 e i 5 miliardi di anni appunto). Per capire in che modo sia avvenuto questo cambiamento, ovvero come la massa delle galassie si sia accumulata, è nata la missione Massiv – Mass Assembly Survey with Sinfoni in Vvds (Vimos-Vlt Deep Survey) – del Vlt. 

Cuore di Massiv sono due strumenti, uno usato per scovare le galassie giovani da studiare, l’altro invece per analizzarle nel dettaglio. Il primo si chiama Vimos ed è uno spettrografo multi-oggetto in grado di ottenere spettri a bassa risoluzione di molte galassie in contemporanea, fino a mille; il secondo, lo spettrografo Sinfoni, è stato invece usato per le osservazioni nel vicino infrarosso (dall’1 a 2.5 μm). Insieme i due sono in grado di monitorare i movimenti della materia stellare e la sua natura chimica.“Lo strumento Sinfoni montato al Vlt dell’Eso è uno dei mezzi più potenti al mondo per dissezionare le giovani galassie distanti e studiarle. Svolge lo stesso ruolo del microscopio per un biologo”, ha spiegato a tal proposito Thierry Contini dell’ Institut de Recherche en Astrophysique et Planétologie (Irap) di Tolosa, a capo del team che si è occupato di analizzare i dati acquisiti da Vlt di cui fanno parte anche tre ricercatori italiani dell’Inaf (Daniela Vergani, Bianca Maria Garilli e Luigi Paioro). 

Così, combinando insieme le osservazioni di Sinfoni e Vimos, gli scienziati guidati da Contini hanno potuto estrapolare le caratteristiche delle galassie giovani e lontane. Scoprendo che, a differenza di quelle odierne e vicine, la maggior parte degli elementi pesanti si concentra ai bordi di queste galassie, mentre la componente gassosa non sembra essere in rotazione. Inoltre gli scienziati hanno potuto determinare anche come cresce una galassia adolescente. Come ha ricordato Contini i processi sono sostanzialmente due: “Eventi violenti di fusione, quando galassie più grandi inglobano galassie più piccole, oppure un flusso continuo e più graduale di gas che cade sulle galassie”. Processi che, alla luce delle ultime osservazioni di Vlt, i ricercatori pensano siano caratteristici di età diverse delle galassie: da piccoli questi ammassi stellari si sarebbero nutriti di flussi di gas, mentre in una fase successiva sarebbero cresciuti grazie alla fusione con altre galassie.

via wired.it

Nell’immagine: I colori danno informazioni sul moto del gas all’interno di ciascuna galassia. Se è blu significa che si sta muovendo verso la Terra, se è rosso che si sta allontanando. Così gli scienziati comprendono se vi è un movimento circolare. Credit: ESO/CFHT

1 commento

  1. appena leggo la solita frase: “sul Big Bang,” mi cala l’interesse in quel che vogliono sostenere. Il Big Bang è una teoria discutibile, ma nessuno, e non so perché, la vuole mettere in discussione.

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