Il formaggio ci ha cambiato la forma della mandibola

Il cibo cambia non soltanto la cultura e le tradizioni di una popolazione, ma nel corso dei secoli anche la sua struttura ossea. A rivelarlo, uno studio condotto dall‘Università della California a Davis che mostra come l’avvento dell’agricoltura e del consumo di prodotti caseari, abbia contribuito a modificare la forma della nostra mandibola. Il risultato è stato pubblicato su PNAS.

Su una scala di tempo molto lunga, i cibi che consumiamo cambiano, così come il modo di cucinarli e di consumarli: e tutti questi elementi contribuiscono a modificare anche la biologia dell’essere umano, entrando a far parte del nostro processo evolutivo. Qualcosa che sembra aver interessato anche il formaggio.

Prima dell’agricoltura, le popolazioni di cacciatori e raccoglitori dovevano masticare cibi molto più duri rispetto a quelli prodotti nelle coltivazioni. Già altri studi precedentemente avevano collegato il consumo di alimenti più morbidi con la presenza di una forma mandibolare diversa, ma finora non era chiaro quanto questa modifica fosse estesa e pronunciata. Così, i tre autori dello studio su PNAS hanno analizzato 559 crani e 534 mandibole appartenenti a circa 24 diverse popolazioni arcaiche, rialenti a migliaia di anni fa, tutte dedite all’agricoltura e alla produzione di latte su scala globale. I ricercatori hanno messo a confronto la struttura ossea di questi gruppi popolazioni con quella di comunità più antiche, che vivevano di caccia e raccolta.

In base ai risultati, a mostrare il cambiamento più significativo nella struttura ossea sono i gruppi di contadini dediti alla produzione di prodotti derivati dal latte. Si tratta di piccoli mutamenti, che consistono nella riduzione delle dimensioni del cranio e della mandibola. In particolare, è stata osservata una riduzione nelle dimensioni dei principali muscoli masticatori, un leggero spostamento all’indietro dei denti, la presenza di un ramo mandibolare più ristretto e un mento sporgente più basso.

Nelle prime popolazioni di agricoltori, i primi cioè che si sono dedicati a coltivare la terra, il latte non sembra aver determinato modifiche importanti, dato che non ha reso più forti queste ossa, come spiega il primo autore David Katz. I cambiamenti più forti sono stati rilevati nelle popolazioni che consumano latte e latticini da tempo e questo elemento è stato associato dagli autori all’aumentato consumo di alimenti molto morbidi, quali i formaggi.

Ma l’impatto della dieta sulle caratteristiche ossee è piccolo se comparato con altri fattori, quali il sesso dell’individuo o l’appartenenza a popolazioni differenti. Tuttavia, l’alimentazione e le sue variazioni avvenute nei secoli e nelle diverse aree geografiche rappresentano, come testimonia questo studio, un fattore di cui tenere conto anche nel processo evolutivo.

Riferimenti: PNAS

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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