Il gene che ridà la luce

La scoperta di un pigmento sensibile alla luce, presente su alcune cellule dell’apparato visivo, potrebbe aprire la strada a terapie per alcune forme di cecità. In uno studio pubblicato su Nature, i ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’Università di Manchester, guidati da Mark Hankins, hanno dimostrato che attivando il gene che codifica per il pigmento melanopsina nelle cellule neuronali di topi da laboratorio queste cellule, normalmente non fotosensibili, diventano sensibili alla luce blu. La presenza, nell’occhio, di un “terzo sistema” di visione oltre ai coni e bastoncelli era stata già verificata dallo stesso gruppo in un altro esperimento. Topi da laboratorio senza melanopsina avevano una reazione ridotta alla luce intensa. La ricerca accende una speranza per alcune forme di cecità, come la retinite pigmentosa. Questa distrugge i coni e i bastoncelli, ovvero gli organismi dell’occhio preposti alla visione. Però, le altre cellule dell’occhio e l’apparato che invia le informazioni al cervello restano intatti. Rendere le cellule fotosensibili potrebbe diventare una terapia per questa malattia. (m.ca.)

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