Il genoma, una speranza per l’umanità

Renato Dulbecco
La mappa della vita. L’interpretazione del codice genetico: una rivoluzione scientifica al servizio dell’umanità
Sperling & Kupfer Editori,
Milano, 2001, pagg.269 euro 14,05

Renato Dulbecco, padre dell’ingegneria genetica, spiega con questo lavoro le inattese possibilità che si sono venute a creare per la medicina dopo le scoperte rivoluzionarie della biologia molecolare. Il libro si divide in cinque parti. Nelle prime due, l’autore ci parla dei geni, del genoma, e, soprattutto, della grande avventura del “Progetto genoma”. Un sogno di “pochi visionari” che in poco tempo è stato abbracciato da tutta la comunità scientifica, fino a coinvolgere istituzioni pubbliche e private in una cooperazione mai avvenuta prima. Nel Progetto sono stati studiati i genomi della specie umana e di molte altre specie, sia animali che vegetali, che sono risultati tutti molto simili tra loro. I risultato di questi studi ha portato a rivedere anche il concetto di malattia. In passato, tutti gli sforzi nel curare patologie genetiche avevano dato risultati deludenti, ma ora saranno rivalutati sulla base, appunto, della cooperazione globale dei geni.

Nella terza parte (Geni e umanità) l’autore lascia quello che è il suo campo di competenze indiscusse per avventurarsi in uno molto scottante cercando di dare delle spiegazioni sia al concetto di “Anima” che a quello di “Libero arbitrio” con spiegazioni più o meno esaustive. Quando parla del “gene egoista”, tenta di giustificare i comportamenti umani solo sulla base del loro patrimonio genetico raccontando, come per giustificare il tutto, dell’egoismo degli scienziati. Utilizza prima un esempio autobiografico e poi racconta superficialmente ciò che accadde a due grossi scienziati, quali Jonas Salk, che sviluppò il primo efficace vaccino contro la poliomielite, e Albert Sabin anch’egli scopritore di un vaccino antipoliomielite, molto più efficace del primo. Riguardo l’esempio di Sabin, si può essere d’accordo in generale con l’idea che è l’egoismo a far muovere tutti, compreso gli scienziati. Ma come sostenere lo stesso per Albert Sabin, che non brevettò il suo vaccino, senza percepire neppure un centesimo?

Questo di Dulbecco è un testo didattico e scorrevole che permette al lettore un viaggio attraverso le conoscenze del campo biomedico evitando i tecnicismi e spiegando i problemi più complicati con la chiarezza di chi ha contribuito in maniera molto diretta, tanto da aver ricevuto il Premio Nobel, all’avanzata della scienza.Si tratta di un testo che farà sicuramente discutere perché l’autore si schiera dalla parte della sperimentazione contro i limiti che le si vorrebbero porre per motivi etici o politici. “La speranza”, scrive Dulbecco a conclusione di questo lavoro, “è il centro della vita. Non varrebbe la pena vivere se non ci fosse. Non distruggiamola. Il Progetto Genoma è il risultato di una grande speranza. Nessun dogma può ignorarne il valore fondamentale; mantenere viva la speranza è la cosa più importante che si può fare”.

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