Il lander di Rosetta pronto a sbarcare sulla cometa

Pochi giorni ancora e poi, dopo un viaggio durato oltre dieci anni, sbarcheremo su una cometa, per la prima volta. A compiere l’impresa sarà Philae, il lander della missione Rosetta dell’Esa che, secondo le previsioni, il 12 novembre atterrerà a sulla cometa67P/Churyumov–Gerasimenko, nello specifico ad Agilkia. Il sito J infatti ha finalmente un nome ufficiale, dopo il contest lanciato dall’Esa per trovarlo. Un nome, quello di Agilkia, dal sapore tipicamente egizio, come da tradizione si potrebbe ben dire per la missione (Rosetta si chiama così infatti in onore alla stele di Rosetta, nell’ottica che, in analogia allo storico reperto, aiuti a decifrare i misteri delle comete).

Agilkia infatti è il nome di un’isola che si trova sul fiume Nilo, nel sud dell’Egitto, ed è qui che vennero trasferiti alcune costruzioni dall’isola di File (Philae), a rischio sommersione dopo la costruzione della diga di Assuan. Ora che anche il sito di atterraggio ha un nome dunque non resta che aspettare l’arrivo del lander sulla cometa, e così l’inizio della parte più interessante della missione, risvegliatesi da un sonno lungo 31 mesi.

In realtà, da quando Rosetta ha incontrato la 67P/Churyumov–Gerasimenko qualcosa ha già scoperto. Per esempio lemisurazioni preliminari della sua temperatura hanno mostrato che sulla cometa fa sì freddo, ma meno di quel che ci si aspettava. La temperatura media si aggira intorno ai -70°C, e secondo gli esperti sarebbe troppo calda perché la cometa sia ricoperta esclusivamente di ghiaccio. Potrebbe avere infatti anche una “crosta polverosa”.

Solo pochi giorni fa invece, grazie allo strumento Rosetta Orbiter Sensor for Ion and Neutral Analysis (Rosina) gli scienziati sono riusciti a stilare una prima bozza dell’odore della cometa, che ricorderebbe quello di urina, alcol e uova marce. In realtà più che a determinare l’odore, le analisi compiute da Rosina hanno permesso di individuare quali sono i composti presenti nei dintorni della cometa: ammoniaca, acqua, anidride carbonica, monossido di carbonio, metano, metanolo, formaldeide, acido solfidrico, acido cianidrico, anidride solforosa e solfuro di carbonio.

Ma come dicevamo la parte più interessante avrà inizio con l’arrivo di Philae, che verrà sganciato dalla sonda a una distanza di 22,5 chilometri il prossimo 12 novembre (e ci vorranno circa otto ore per avere conferma dello sbarco). Spetterà da quel momento al lander cercare di capire di cosa sia fatta la cometa, come si è originata e così trovare indizi anche sull’origine ed evoluzione del Sistema solare.

Per farlo il lander (un progetto da 220 milioni di euro) ha a disposizione una serie di strumenti per l’imaging e l’analisi in situdella cometa, tra i quali: uno spettrometro per lo studio della composizione chimica; telecamere tradizionali e a infrarossi per l’acquisizione di immagini; sistemi per analizzare le proprietà meccaniche, elettriche della superficie; un magnetometro e, ovviamente, un sistema capace di perforare la cometa fino a 23 centrimetri di profondità, trasmettendo i campioni a bordo per le analisi.

Via: Wired.it

Credits immagine: ESA/Rosetta/NAVCAM 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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