Categorie: Società

Il leader si riconosce anche dai geni

Nel genoma è scritto tutto. A volte basta una goccia di sangue per sapere molto su una persona, almeno quello che è strettamente legato alla biologia. Ma da quello che racconta uno studio pubblicato su Pnas, presto i geni ci diranno anche qual è il ruolo sociale occupato da un individuo. Finora l’analisi è stata condotta solo su alcuni esemplari di macachi rhesus, ma il successo delle predizioni potrebbe convincere gli scienziati a spingersi oltre. 

Come spiega il New York Times, le popolazioni di scimmie prese in esame dal team di ricercatori guidato da Jenny Tung, antropologa della Duke University, consistevano in 10 gruppi composti ciascuno da 5 femmine. Analizzando il Dna delle cellule immunitarie presenti nel sangue, gli scienziati sono riusciti a elaborare un modello in grado di predire il ruolo sociale dei macachi con l’80% di accuratezza. 

Secondo lo studio di Tung, le dinamiche di gruppo influenzano alcuni meccanismi di regolazione del Dna – come la metilazione e l’azione degli ormoni – che lasciano una “firma” sul genoma dei macachi. Si tratta di modifiche epigenetiche che, come conseguenza dello stress, modulano il funzionamento di certi geni piuttosto che di altri. 

Nel caso specifico dei gruppi di scimmie analizzate dagli scienziati della Duke University, il set di 1.000 geni presi in considerazione per formulare la “predizione sociale” aveva a che fare con la regolazione del sistema immunitario. Il team di Tung non ha ancora definito una firma genetica universale per ogni ruolo all’interno del gruppo, ma ha riscontrato che nei casi in cui i macachi passano da una posizione all’altra anche il Dna viene plasmato a livello epigenetico. 

Insomma, il fatto di essere un capo o un semplice individuo sottomesso potrebbe essere letto direttamente nel genoma. Questo non significa che ogni singolo individuo nasca con un destino già stampato nei propri geni. Infatti, il successo di ognuno dipende soprattutto dalla serie di eventi imprevedibili che influenzano la società. 

Se un’occhiata ai geni non basta, neppure il loro potenziamento può spianarci la strada verso il successo. Per quanto la bioetica abbia avanzato proposte discutibili su come hackerare il Dna degli esseri umani per meglio adattarli ai cambiamenti climatici, non è possibile prevedere con esattezza il futuro di ciascuno di noi.

via wired.it

Credit immagine a ggallice

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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  • Ho letto con interesse l'articolo. Sono uno psichiatra. V'invio per una eventuale lettura l'indirizzo del mio blog dove potete trovare informazioni su una ricerca italiana cui ho partecipato presso il Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme (noto al livello intenazionale per la individuazione di alcuni fattori genetici responsabili dell' Alzheimer) e che indirettamente conferma una predisposizione genetica in grado di favorire "le capacità espansive" di alcuni individui. E' stata presentata come relazione ad un congresso mondiale di psichiatria (Bruxelles 2002).
    Cordialmente
    Cesare Perri
    http://cesare-perri.blogspot.it/
    Post: Correlation between mood disorder and fitness

  • E' vero che non sappiamo il nostro futuro ma è anche vero che se noi nasciamo leaders tenderemmo sempre a comandare se non in un ufficio gli impiegati i nostri cari come la moglie o i figli...........o chi ci sta vicino............

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