Gli animali non sono “cose”, ma soggetti portatori di diritti giuridici. E’ quanto ha stabilito la nuova legge contro il maltrattamento, l’abbandono, il combattimento di animali e l’utilizzo di cani e gatti per pelli e pellicce. Questo significa che chi tortura o uccide un animale non reca più un danno al patrimonio statale o alla persona testimone delle sofferenze, come era finora, bensì all’animale stesso. La legge approvata ieri dalla Camera dei Deputati, e in attesa ora del sì definitivo del Senato, prevede la reclusione da tre mesi a un anno e una multa tra i 2.500 e i 10 mila euro per chi maltratta gli animali; un periodo di carcere compreso tra quattro mesi e due anni e multe da tre mila a 15 mila euro per chi utilizza gli animali in spettacoli e feste violente; chi li fa combattere verrà punito col carcere da due a quattro anni e un’ammenda da 25 mila a 100 mila euro; chi li abbandona o li fa vivere in condizioni incompatibili alla propria specie è soggetto all’arresto fino a un anno e a una multa fino a 10 mila euro; chi non denuncia, infine, la provenienza delle pellicce di cane e di gatto pagherà con la reclusione da tre mesi a un anno e una multa da 25 mila a 100 mila euro. “Vedere gli animali non più come oggetti, ma come esseri senzienti capaci di soffrire rappresenta una sentenza storica”, afferma Manuela Baroncelli, portavoce degli Animalisti italiani, che danno la notizia in un comunicato, “un notevole passo avanti che giunge dopo anni di manifestazioni in strada e campagne condotte su giornali, radio e tv, spesso con testimonial d’eccezione (l’ultimo in ordine di tempo Luca Zingaretti)”. (d.d.v.)