J. G. Vaughan & P. A. Judd (a cura di)The Oxford Book of Health Foods Oxford University Press, 2003 pp. 188, euro 28,18In Cina i semi di Cannabis sativa vengono tostati e venduti come il popcorn, mentre in Giappone c’è chi li usa come condimento. La farina ricavata dalla loro macinazione può essere miscelata con qualsiasi altra farina nella preparazione di dolci e pane. I semi contengono il 30 per cento di olio, il 20 per cento di proteine, il 35 per cento di carboidrati per un totale di 500 chilocalorie ogni 100 grammi. Le proprietà della Cannabis sativa insieme a quelle di altre 123 tra piante e frutti salutari sono descritte nel libro della Oxford University Press. Il libro si segnala per il suo taglio scientifico nutrizionista e gli argomenti vengono spiegati con un certo rigore. Lo stesso che fa dell’introduzione un saggio sulla nutrizione che ognuno dovrebbe leggere prima di cucinare o mettersi a tavola. Studiando le pagine eleganti – l’iconografia è particolarmente curata – di questo libro si può capire infatti come nutrirsi sia a per metà arte per metà scienza e che tutte le erbe che usiamo per insaporire i piatti non solo hanno una tradizione antica ma proprietà che le possono rendere, a seconda dell’uso, benefiche quanto dannose.Dall’angelica al bambù, dall’aglio al ginseng, dal lime alle nocciole, dalle fragole alla valeriana, passando anche per i probiotici – integratori alimentari a base di batteri che servono a migliorare la digestione -, per i supplementi estratti dalla cartilagine di granchio o per le vitamine e i minerali. E proprio in questo accostamento sta il punto debole del libro.La minuzia di particolari sull’origine della coltivazione di una varietà, la descrizione della stessa, il suo valore nutrizionale, le leggende da una parte e le evidenze scientifiche dall’altra rendono le pagine dedicate alle piante e ai frutti interessanti sia da un punto di vista scientifico che culinario. A questa attenzione non ne corrisponde altrettanta per temi che invece si segnalano tra i più controversi. Che i probiotici siano salutari, per esempio, non è ancora del tutto acclarato e nella comunità scientifica questo argomento e fonte di dibattiti anche accessi. Forte infatti è la spinta delle aziende che su questi prodotti hanno investito, pressione che si traduce anche in finanziamenti per studi scientifici i cui risultati sono, ovviamente, tutti da verificare. Il manuale della Oxford certo non nasconde l’incertezza scientifica ma rimane il dubbio che includere in un libro sui cibi salutari anche queste specialità sottenda comunque un giudizio positivo. E certo desta stupore trovare fra gli argomenti trattati anche gli integratori per gli sportivi come la creatina.