Il mistero della Sids? E’ nel cuore dei neonati

Sottoporre nelle prime ore di vita il neonato a un elettrocardiogramma potrebbe salvarlo dalla Sudden Infant Death Syndrome (Sids), conosciuta in Italia come la sindrome della “morte improvvisa”. E’ quanto emerge da alcuni studi pubblicati dal New England Journal of Medicine su questa malattia che colpisce circa due neonati su mille. Sebbene esistano diverse raccomandazioni (non esporre il neonato al fumo, evitare sia le temperature troppo alte che quelle troppo basse, far dormire il bambino sulla schiena), non si conosce ancora una causa certa della SIDS né un modo sicuro per prevenirla: prima di esserne colpiti i bambini appaiono infatti in piena salute. La ricerca è stata condotta dall’équipe di Marco Stramba-Badiale dell’Istituto Auxologico Italiano, in collaborazione con Peter Schwartz del Policlinico di Pavia e Silvia Priori della Fondazione Maugeri. Uno studio che va avanti da circa vent’anni. Nell’arco di queste due decadi si è notato che bambini colpiti da Sids presentavano anomalie nell’elettrocardiogramma eseguito a tre-quattro giorni di vita. In particolare, queste anomalie aumenterebbero il rischio di aritmie ventricolari e sarebbero dunque una possibile causa di decesso. Già da qualche anno è attivo presso l’Istituto Auxologico Italiano un Centro di Aritmologia Pediatrica dove vengono regolarmente effettuati elettrocardiogrammi su neonati e avviate terapie preventive per i bambini considerati a rischio. Per il futuro si auspica l’inserimento nel Piano Sanitario Nazionale dell’esecuzione di un elettrocardiogramma ai neonati in tutti gli ospedali italiani. (e.g.)

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