La scienza, finalmente, ci è riuscita. Ha messo nero su bianco lo spirito del Natale: un’équipe di ricercatori danesi, infatti, ha utilizzato delle scansioni cerebrali per mostrare quali sono le aree del cervello associate alla spiritualità che si attivano nelle persone che credono veramente al Natale, rimanendo invece più quiete in chi non avverte realmente lo spirito religioso della festa. Il bizzarro studio è stato pubblicato sull’edizione natalizia del British Medical Journal, che, come da tradizione, omaggia le feste di fine anno con articoli curiosi e semiseri (a volte completamente deliranti), ma comunque sottoposti al processo di peer review come tutti gli altri.
“Obiettivo:”, si legge nell’abstract dell’articolo, “rivelare e localizzare lo spirito del Natale nel cervello umano. Progettazione: studio cross-culturale in singolo cieco di un gruppo di pazienti mediante imaging con risonanza magnetica funzionale (fMri)”. Gli autori dello studio, neurologi del Danish Headache Center alla University of Copenaghen (più altri istituti di ricerca) hanno selezionato 10 volontari sani che celebrano il Natale e 10 che, al contrario, non eseguono alcun festeggiamento, e hanno mostrato loro immagini a tema natalizio intervallate con immagini “neutrali”, monitorando nel frattempo la relativa attività cerebrale.
Ecco i risultati: “Abbiamo trovato significativi pattern di attivazione cerebrale nella corteccia motoria sensoriale, nella corteccia premotoria e nella corteccia motoria primaria dei soggetti che sentono positivamente il Natale e lo celebrano, rispetto ai pattern osservati nell’altro gruppo di persone. Queste aree cerebrali sono state associate, tra le altre cose, con la spiritualità e il riconoscimento delle emozioni facciali”.
Obiettivo centrato, dunque: gli scienziati concludono che, effettivamente, esiste un “network dello spirito natalizio” nel cervello umano, che comprende diverse aree della corteccia. E che tale network ha “un’attivazione significativamente maggiore in chi celebra il Natale”, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio il funzionamento di questo circuito nel cervello: chiederemo a Babbo Natale di sottoporsi alla risonanza magnetica funzionale. Per amore della scienza.
Via: Wired.it
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