Il pensiero astratto dei babbuini

Anche i babbuini sono in grado di pensare in maniera astratta. È la conclusione di una ricerca condotta da un gruppo internazionale di scienziati cognitivi e pubblicata sulla rivista Journal of Experimental Psychology: Animal Behavior Processes. La capacità di mettere in relazione classi di oggetti qualificandoli come “uguali” o “diversi” non è una prerogativa esclusiva dell’uomo. O degli scimpanzé, come era già stato dimostrato precedentemente. In una serie di esperimenti Joël Fagot, del Centro ricerche in neuroscienze cognitive di Marsiglia, in Francia, e i colleghi statunitensi della University of Iowa hanno addestrato due babbuini adulti – Papio papio – a usare un pc per guardare e selezionare serie di immagini. Si trattava di “griglie” contenenti 16 immagini diverse tra loro (una freccia, una lampadina, una treno, una casa e così via), oppure uguali (per esempio 16 cavalli). Prima di essere sottoposti ai test, ai babbuini è stato concesso un po’ di tempo per familiarizzare con le immagini. Dopo aver visto una griglia campione, dovevano scegliere tra due opzioni: nella “a” c’erano 16 immagini diverse, mentre la “b” mostrava la stessa immagine ripetuta 16 volte. Se il campione era una griglia con 16 immagini diverse, la risposta corretta era la “a”. In pratica si trattava di astrarre il concetto di “uguaglianza” o di “diversità”. I babbuini ce l’hanno fatta. E forse, sostengono i ricercatori, anche altri animali potrebbero possedere le stesse capacità. “Se cercassimo attentamente”, afferma Fagot, “molto probabilmente riusciremmo a dimostrare che il pensiero astratto esiste anche in altre specie non umane”. (f.n.)

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