Il peso della spesa

Peter Singer, Jim Mason
Come Mangiamo. Le conseguenze etiche delle nostre scelte alimentari
Il Saggiatore 2007, pp.381, euro 20,00

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Quando andiamo a fare la spesa non stiamo solo procacciando il cibo per noi stessi (ed eventualmente con chi divideremo il pasto), ma ci muoviamo all’interno di un grande meccanismo che comprende tutto il nostro pianeta, senza nulla escludere. Prendiamo parte allo sfruttamento – sostenibile o insostenibile – dell’ambiente e delle persone; distribuiamo ricchezze in determinate direzioni; causiamo sofferenze in animali, umani e non. Dunque, al banco del mercato o del supermarket, o sempre più frequentemente davanti a un sito di shopping on line, facciamo scelte “etiche”, che riguardano il benessere nostro e altrui.

Peter Singer e Jim Mason hanno cercato quindi di tirare i tanti fili che si trovano dietro le scelte alimentari, andando a frugare nel carrello della spesa di tre famiglie americane. La prima famiglia è fautrice della classica dieta a stelle e strisce: soprattutto carne (sotto ogni forma: bistecca, hamburger, wurstel), acquisti fatti senza osservare la provenienza, ma solo il prezzo. Scelte alimentari che di fatto provocano sofferenze animali e lo sfruttamento incontrollato del pianeta. Gli allevamenti industriali di carne sono devastanti per molti versi. Per esempio, il letame, “arricchito” in sostanze ecologicamente pericolose, è fonte di inquinamento delle falde nonché delle acque dei fiumi e dei mari, e le esalazioni naturalmente deteriorano l’ambiente delle persone che vivono nei dintorni.

Gli autori puntano inoltre il dito sulle crudeltà di cui sono fatti oggetto gli animali negli allevamenti industriali, sottoposti a stress fortissimi dagli ambienti ristretti, dagli additivi alimentari e da pratiche che di fatto non si curano della sofferenza inflitta a organismi dotati di sistemi nervosi complessi e quindi capaci di provare sofferenza. Il quadro è completato dallo spreco energetico: quando diamo da mangiare dei vegetali a un bovino, questo usa l’energia contenuta nel cibo per mantenere il calore corporeo, per le funzioni fisiologiche, e per far crescere parti non utilizzabili. In poche parole, “spreca” una buona parte dell’energia che gli viene somministrata.

Il quadro è decisamente migliore con le altre due famiglie analizzate dagli autori: una coppia di onnivori coscienziosi e una famiglia di vegani che non mangiano derivati animali. Guardando ai loro acquisti, si analizzano dunque i pro e i contro di scelte che comprendono soprattutto agricoltura biologica, prodotti equo-solidali e locali. Com’era ovvio e giusto aspettarsi, è ai vegani che spetta la palma del maggiore ambientalismo e della minor sofferenza animali. Tuttavia, sono molto interessanti le conclusioni che gli autori traggono dalle loro indagini, poiché mostrano che non sempre la scelta biologica è del tutto rispettosa del benessere animale, e che si può essere a volte chiamati a operare scelte etiche difficili. Per esempio, meglio pagare un contadino di un paese lontano, che con i nostri soldi può garantire la vita della propria famiglia, ma produrrà maggiore quantità di CO2 per spedire il prodotto a migliaia di chilometri di distanza; oppure comprare da un agricoltore locale, forse benestante, sicuramente finanziato dallo Stato? Oppure, ancora, meglio comprare bio da un luogo lontano, o non bio dal vicino di casa?

Aldilà di alcune indicazioni generali (come l’invito ad abbandonare la carne), il libro non fornisce ricette pronte per un’alimentazione che sia sempre e comunque eticamente accettabile. Inoltre, andrebbe proposta un’edizione europea, che vada quindi a osservare le diverse normative, spesso più severe, di cui ci si è dotati nell’Unione Europea. Tuttavia, è un libro estremamente interessante, molto dettagliato, mai noioso e stimolante, che ci ricorda due cose: la necessità di informarsi su ciò che mangiamo, per il bene nostro e del pianeta; e il fatto che il mangiare non è un gesto neutro, ma ricco di implicazioni per il mondo che ci circonda.

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