Era il più grande dinosauro predatore mai vissuto sulla Terra, più maestoso del temibile T. rex, che superava di almeno un paio di metri in lunghezza. Ma oltre alle dimensioni, a rendere speciale lo Spinosaurus aegyptiacus era la sua capacità di adattamento alla vita acquatica, che ne fa di fatto, il primo dinosauro semiacquatico di cui si abbia notizia. La scoperta – cui hanno contribuito gli italiani Cristiano Dal Sasso e Simone Maganuco del Museo di Storia Naturale di Milano, Matteo Fabbri della University of Bristol e Dawid Iurino della Sapienza Università di Roma – è stata presentata sulle pagine di Science di questa settimana.
Spinosaurus aegyptiacus è, in parte, una vecchia conoscenza dei paleontologi. Ma la sua riclassificazione, come dinosauro semiacquatico, è stata possibile ora grazie alla scoperta di nuovi fossili in Marocco (in una regione nota come letti del Kem Kem, dove milioni di anni fa sorgeva un esteso sistema fluviale), insieme al riesame di resti fossili custoditi in diversi musei nel mondo (tra cui quelli del Museo di Storia naturale di Milano) e documenti storici.
Combinando insieme tecniche di ricostruzioni digitali, scansioni 3D e Tac dei reperti nuovi e già noti, i ricercatori hanno potuto osservare una serie di caratteristiche (sviluppatesi circa 95 milioni di anni fa) compatibili con la vita acquatica, come spiega anche Del Sasso: “Negli ultimi due decenni numerosi ritrovamenti hanno dimostrato che alcuni dinosauri avevano imparato a volare, dando origine agli uccelli. Spinosaurus rappresenta un processo evolutivo altrettanto bizzarro: rivela che i dinosauri predatori avevano imparato a vivere anche negli ambienti acquatici”. Sì, ma grazie a quali adattamenti?
Per esempio, raccontano i ricercatori, lo Spinosaurus aveva una bocca a chiusura ermetica, da cui neanche una preda scivolosa come un pesce poteva sfuggire; narici arretrate che permettevano al dinosauro di respirare anche quando buona parte del cranio era sott’acqua; fori sul muso simili a quelli di alligatori e coccodrilli, per percepire i movimenti in ambiente acquatico. E ancora una serie di adattamenti anatomici: collo e tronco allungati, piedi (probabilmente) palmati per facilitare il movimento in acqua; bacino piccolo e gambe corte, utili per il nuoto, al pari di ossa particolarmente dense per il controllo dell’assetto in acqua.
Frutto di tutto il lavoro degli scienziati è stato anche la ricostruzione di un modello a grandezza naturale del dinosauro semiacquatico, che da oggi e fino al prossimo aprile sarà visitabile al National Geographic Museum di Washington, ma che potrebbe arrivare anche in Italia, in occasione dell’Expo.
Via: Wired.it
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