Jean Yves Tadié e Marc Tadié
Il senso della memoria
Edizioni Dedalo, 2000
pp.320, lire 30.000
“Silvia, rimembri ancora quel tempo…”. Così, con un atto rievocativo, Giacomo Leopardi dava inizio a una delle sue opere più celebri. Ma non è stato il solo. La memoria sembra aver avuto un ruolo importante nelle opere di numerosi scrittori e filosofi, dall’antichità fino a oggi. Lo sanno bene Jean Yves Tadié e Marc Tadié, che nel loro libro “Il senso della memoria” ci guidano in un appassionante viaggio attraverso l’evoluzione dell’idea di memoria dai tempi antichi ai giorni nostri. Da Platone a Edelman, passando per Sant’Agostino, Cartesio, Diderot, Maine de Biran, Ribot e Proust, quasi tutti i personaggi della storia hanno detto la loro su quel fenomeno misterioso che è la memoria. Il libro si propone come un omaggio alla vita, alla natura, alla storia fisica e mentale del ricordo. Come si acquisiscono i ricordi e quali trasformazioni subiscono negli anni? Come avviene la loro rievocazione e l’oblio? Tutte queste modalità mnesiche vengono descritte dagli autori grazie anche a esempi letterari. Alcuni capitoli del volume, inoltre, sono dedicati all’illustrazione di ciò che avviene, a livello neurofisiologico, nel sistema nervoso centrale impegnato nell’atto del ricordare.
E se pensiamo che esista un solo tipo di memoria, sfogliando il volume potremmo accorgerci di sbagliare. La memoria, infatti, può essere totale, frammentaria, intenzionale, affettiva, romantica e anche immaginativa. E, partendo dal fatto che “tuttavia, senza memoria, cosa saremmo mai?”, come diceva Chateaubriand, gli autori non dimenticano di parlare anche dei più comuni disturbi della memoria, come le amnesie o il morbo di Alzheimer, dimostrando come la personalità non sopravviva alla distruzione della memoria. E’ costante nell’essere umano, sottolineano gli autori, il desiderio di continuare a vivere anche dopo la morte, nella memoria della gente che ama, o meglio ancora nella memoria universale. Ecco perché ogni giorno cerchiamo di caricare le persone che ci circondano di gesti carini e affettuosi, che diventino ricordi di noi oltre la morte. E non possiamo fare a meno di abbandonarci alla memoria come a una sinfonia che “esplorando il passato, prepara l’avvenire identificando il presente”.
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