Categorie: Spazio

Il sistema binario impossibile

Non si potrà più parlare di tempi astronomici. Uno studio del team di Bas Nefs dell’Osservatorio di Leida (Olanda), svolto grazie al Telescopio a Infrarossi del Regno Unito (Ukirt) delle Hawaii, potrebbe cambiare il significato della metafora, finora utilizzata per descrivere periodi lunghissimi. Gli scienziati hanno infatti osservato, per la prima volta, quattro coppie di stelle binarie che impiegano solo quattro ore per compiere una rotazione completa l’una attorno all’altra. Si tratta di nane rosse, stelle fino a dieci volte più piccole e cento volte meno luminose del Sole. Finora si pensava che sistemi con queste caratteristiche non potessero esistere.

Nel loro lavoro, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, i ricercatori hanno monitorato, durante gli ultimi cinque anni, la luminosità di centinaia di migliaia di stelle. Utilizzando i normali telescopi che operano nelle lunghezze d’onda visibili non si possono osservare le nane rosse, a causa della loro bassissima luminosità; ma lo strumento a infrarossi ha permesso agli astronomi di individuarne parecchie migliaia. “Con nostra profonda sorpresa – racconta Nefs – abbiamo scoperto diversi sistemi binari di nane rosse con periodi orbitali significativamente più brevi rispetto alla soglia delle cinque ore previste per stelle come il Sole. Vuol dire che dobbiamo riconsiderare i meccanismi di formazione ed evoluzione dei sistemi binari”.

Il motivo per cui il periodo di rotazione è così breve, secondo i ricercatori, è la dimensione molto ridotta dell’orbita. È un dato che smentisce le teorie finora accettate dalla comunità scientifica: si pensava infatti che se le stelle binarie si fossero formate e avessero orbitato troppo vicine tra loro, si sarebbero velocemente fuse in una stella più grande.

Gli scienziati hanno formulato un’ipotesi per spiegare le cause di questo comportamento anomalo: sarebbe tutto dovuto alle linee di forza dei campi magnetici che si irradiano dagli astri e interagiscono tra loro, “frenando” l’attrazione delle stelle rotanti e impedendone il collasso rapido. È una teoria che, se venisse confermata, avrebbe profonde implicazioni per comprendere i movimenti stellari all’interno della Via Lattea, come spiega David Pinfield, un altro degli astronomi coinvolti nello studio: “La scoperta della natura così particolare di queste stelle e della loro fortissima attività magnetica apre la strada alla comprensione di fenomeni ancora oscuri nella vita delle nane rosse e della galassia in generale”.

Riferimento: Monthly Notices of the Royal Astronomical Society arXiv:1206.1200v1 [astro-ph.SR] (http://arxiv.org/abs/1206.1200)

Nell’immagine: un sistema binario di nane rosse che orbitano l’una attorno all’altra, completando la rotazione in due ore e mezzo e muovendosi a spirale. Credit a J.Pinfield, for the RoPACS network

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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