Il parassita unicellulare che causa la dissenteria in gran parte dei paesi tropicali ha un metodo infallibile per non farsi riconoscere dal sistema immunitario: si libera delle proteine di membrana rendendosi così “invisibile” agli anticorpi. Il trucco è stato svelato da un gruppo di ricercatori del Johns Hopkins Medicine e della Stanford University con uno studio pubblicato sulla rivista Genes and Development.
Ogni anno nel mondo circa 500 milioni di persone nei paesi della fascia tropicale sono colpiti da questa malattia infettiva, la seconda per diffusione sul pianeta dopo la malaria. Il responsabile di una delle due varianti del morbo è il protozoo Entamoeba histolytica, che una volta introdotto nell’organismo con l’alimentazione si diffonde nei tessuti dell’apparato digerente e causa l’infezione.
Ma come il parassita riesca a non essere intercettato dagli anticorpi è sempre rimasto un mistero. I ricercatori americani hanno ora scoperto sulla membrana cellulare dell’ameba un enzima chiamato EhROM1, lo stesso che il plasmodio (l’agente infettivo della malaria) utilizza per dividersi e proliferare all’interno delle cellule ospiti. Diversamente dal plasmodio, però, l’ameba non penetra nelle cellule. In che modo quindi si serve dell’enzima?
La scoperta sensazionale è che il protozoo, una volta insediatosi nello spazio fra le cellule del tessuto dell’ospite, accantona tutte le proteine di membrana a un’estremità della cellula e se ne libera rilasciandole nel mezzo esterno. Ogni cellula, infatti, presenta delle proteine sulla superficie e gli anticorpi, le sentinelle dell’organismo, le riconoscono come “amiche” o estranee. Gli esperimenti effettuati hanno dimostrato che l’enzima EhROM1 ha la funzione di tagliare una delle proteine, la lectina, proprio per espellerla. Secondo gli studiosi, una volta trovato il modo per bloccare l’enzima si disporrà di un’arma in più per debellare allo stesso tempo dissenteria e malaria. (s.s.)