In Emilia-Romagna dopo l’alluvione si temono rischi sanitari

Credits immagine: Kelly Sikkema / Unsplash

L’emergenza in Emilia-Romagna non si è certo conclusa con il cessare delle piogge. Come riporta l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), infatti, i rischi per la salute legati alle alluvioni posso avere impatti anche a medio e lungo termine. Fra quelli da tenere in considerazione c’è il rischio di contrarre malattie attraverso il contatto con acque reflue contaminate, ma anche i rischi chimici dovuti al rilascio di sostanze pericolose a causa dei danni subiti da edifici e infrastrutture, e, forse meno ovvi ma non per questo meno importanti, i possibili effetti sulla salute mentale di chi è stato direttamente colpito dall’evento in Emilia Romagna. A questo proposito, il Ministero della Salute e l’Azienda Unitaria Sanitaria Locale (Ausl) della Romagna mettono a disposizione sul proprio sito alcune indicazioni e norme di comportamento utili per ridurre il più possibile gli impatti a medio e lungo termine. Vediamo quali sono.


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Le indicazioni da parte della Ausl Romagna

Innanzitutto, ricorda la Ausl, è importante controllare di avere una vaccinazione in corso di validità contro il tetano, che significa aver effettuato l’ultima dose di richiamo non più di dieci anni fa. “Lo stato vaccinale – si legge sulla pagina dedicata – può essere verificato sul Fascicolo Sanitario Elettronico o in alternativa per i residenti in Romagna può essere richiesto tramite mail a vaccinazioni.ra@auslromagna.it”. Per chi necessita di effettuare il richiamo, il sito riporta inoltre gli ambulatori presso i quali sarà possibile farlo senza prendere appuntamento, rispettando gli orari indicati. Un altro rischio per i residenti delle zone alluvionate è quello legato all’insorgenza di malattie gastrointestinali dovuto, come dicevamo, al contatto con acque reflue che potrebbero essere contaminate: per questo motivo è opportuno evitare di toccarsi naso occhi e bocca con le mani sporche di fango e seguire le indicazioni del proprio comune di residenza per quanto riguarda la potabilità dell’acqua erogata attraverso gli acquedotti. Importante anche non accendere luce, gas o elettrodomestici se gli impianti elettrici o le prese sono bagnate, e attendere l’ispezione ed eventualmente il via libera da parte del personale qualificato. Inoltre, la presenza di acqua e in generale di umidità all’interno degli edifici può causare la formazione di muffe potenzialmente pericolose per la salute: in caso di contatto ravvicinato durante le operazioni di sgombero o ripristino, è consigliabile coprire naso e bocca con un fazzoletto o, ancora meglio, con mascherine di tipo FFP2.

L’infografica del Ministero della Salute

“Le alluvioni – si legge sul sito del Ministero della Salute – rappresentano il disastro naturale più comune a livello mondiale e la loro frequenza è destinata ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici. In Italia i comuni a rischio idrogeologico sono 6.000, oltre il 70% del totale”. I rischi per i cittadini sono molti, sia durate che dopo l’evento, e il Ministero ha redatto un’infografica con le norme di comportamento da mettere in pratica nelle zone alluvionate. In una delle sezioni si ricorda ad esempio che le persone maggiormente a rischio sono naturalmente bambini e anziani, ma anche persone con problemi di salute pre-esistenti: chi è in cura con terapie farmacologiche deve rivolgersi ai servizi sanitari locali per evitarne l’interruzione.

Via Wired.it

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