Indagine sulla genialità

Francisco Alonso-Fernandez
Il talento creativo. Tratti e caratteristiche del genio
Dedalo, 2001
pp.250, euro 15,49

Quanto può essere sottile il confine tra un genio e un buono a nulla? La storia ci insegna vizi e virtù dei geni. Le loro sregolatezze, il loro anticonformismo, la loro divergenza dalla “grigia ordinarietà” sono il filo rosso delle loro esistenze. Einstein, Leonardo, Rousseau, Pessoa, Caravaggio, Verlaine: le persone geniali sono tali perché hanno scoperto, inventato, causato qualcosa di superiore alla norma, qualcosa di eccezionale, di grandioso: ma le loro vite, i loro percorsi sono spesso costellati di episodi di segno opposto. Il rifiuto delle regole, l’insofferenza per ciò che tutti accettano, la tendenza ad applicare diversamente la propria (superiore) intelligenza: anche questi sono tratti di un genio. Lo psicologo spagnolo Francisco Alonso-Fernandez, professore dell’Università di Madrid, traccia l’identikit del genio. Scrittori, pittori, musicisti, scienziati e filosofi hanno tutti diversi modi di leggere e interpretare la realtà, di trarre da essa gli spunti che, impastati con le loro capacità intellettive, portano a quei risultati fuori dal normale e da tutti ammirati.

Ma cosa distingue il genio dai comuni mortali? Non è solo il quoziente intellettivo (e non sempre quello di un genio è superiore alla media), ma è un insieme di grandi capacità di apprendimento che si trasformano facilmente in creatività, la capacità di strutturarsi un mondo autosufficiente di idee e pensieri e soprattutto un forte talento innato. Questi sono i geni, i miti di ogni epoca. Ma la formazione del genio non è solo il frutto di una natura ribelle che esprime se stessa sotto forma di “prodotti superiori”. Anche il genio è figlio del suo tempo, del clima politico e familiare che ha respirato, della ricchezza o della povertà che lo hanno circondato, delle scelte fatte. Fernandez analizza con molta attenzione l’influenza dell’ambiente e indaga, guardando all’indietro, nelle storie di grandi come Hemingway, Erasmo e mille altri ancora. E ritrova anche nelle vicende personali e familiari di uomini in fondo fragili come gli altri l’origine del genio. L’ultimo capitolo, forse a smitizzare la figura del genio e a farci accontentare di una aura mediocritas, scruta i tanti disturbi psichici delle menti geniali, e ricorda le tragiche morti di alcuni di loro.

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