Quando le temperature estive aumentano, la mano scatta inevitabile verso la manopola del condizionatore. Un gesto che sulle prime può regalarci un po’ di frescura. Ma che alla lunga incide in modo significativo sull’ecosistema. Lo dimostra uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology e condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’atmosfera dell’Università di Wisconsin-Madison. Secondo cui la forte richiesta di elettricità dovuta al massiccio impiego di condizionatori d’aria nelle giornate più calde ha come conseguenza un significativo aumento di gas nocivi immessi nell’atmosfera, come anidride solforosa, ossido di azoto e anidride carbonica. I numeri parlano chiaro: per ogni grado centigrado di aumento della temperatura media giornaliera, le centrali elettriche liberano nell’aria il 3,35 per cento in più di biossido di zolfo, il 3,6 per cento in più di ossido di azoto e il 3,2 per cento in più di anidride carbonica. Una variazione percentuale che corrisponde, in termini di peso, a centinaia o addirittura migliaia di tonnellate di particolato.
“È risaputo che i giorni più caldi dell’estate coincidono, tipicamente, con i giorni di picco di inquinamento atmosferico“, dicono gli autori dell’indagine David Abel e Tracey Holloway. Ma qual è la causa di questo fenomeno? “Fino ad ora, la maggior parte delle ricerche su questa correlazione si era concentrata sull’analisi di altre fonti di emissioni nocive, sullo studio delle reazioni chimiche nell’aria e di modelli climatici che possano ridurre i gas inquinanti”, spiega Holloway. “Il nostro studio, invece, ha portato la discussione al livello successivo, dimostrando che i giorni estivi più caldi sono associati anche a maggiori emissioni da parte delle centrali elettriche”.
Nelle giornate in cui la temperatura è più elevata, infatti, la richiesta di elettricità diventa così massiccia da richiedere il funzionamento a pieno regime delle centrali elettriche esistenti, ma anche l’attivazione delle centrali “di riserva” che sono spesso più vecchie ed inquinanti, che si traduce in un aumento delle emissioni.
I due ricercatori hanno registrato le temperature medie giornaliere di 26 stati americani e, parallelamente, rilevato le emissioni regionali di ossido di azoto, diossido di zolfo e anidride carbonica. Risultato: ogni volta che la temperatura media giornaliera si innalza di 1°C, le emissioni inquinanti riversate nell’atmosfera aumentano del 3,5% circa.
Non bisogna dimenticare che questi gas inquinanti nuocciono non solo all’ambiente, ma anche alla salute delle persone. L’anidride solforosa e l’ossido di azoto possono causare importanti problemi respiratori, in particolare in bambini, anziani e persone affette da asma. “I risultati del nostro studio potrebbero risultare utili anche alle amministrazioni pubbliche”, commenta Abel. ”Sapendo che un’elevata richiesta di elettricità svolge un ruolo chiave nella concentrazione di particolato inquinante, eventuali sforzi per ridurre i picchi di domanda energetica avrebbero ricadute positive anche in termini di salute pubblica”.
Riferimenti: Environmental Science & Technology
Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara
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