L’inquinamento luminoso minaccia interi ecosistemi

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Anche gli animali possono soffrire di insonnia. No, niente pene d’amore: la colpa è degli esseri umani e dell’inquinamento luminoso. L’illuminazione artificiale infatti ha trasformato le nostre vite, allungando il tempo disponibile per il lavoro o lo svago, ma ha anche modificato il normale alternarsi di luce e buio, con conseguenze dannose sulla vita nostra e di molte altre specie, addirittura, interi ecosistemi. “L’inquinamento luminoso è estremamente dannoso per gli esseri viventi”, concludono gli autori di una metanalisi pubblicata su Nature Ecology & Evolution: “Dobbiamo ridurre l’illuminazione notturna dove è possibile, prima che sia troppo tardi”, avvertono gli scienziati.

L’inquinamento luminoso

Lampioni, fari, impianti sportivi, insegne luminose, illuminazione di interi edifici, fabbriche: con l’industrializzazione e la crescita demografica abbiamo trasformato profondamente l’ambiente notturno naturale. Oggi quasi un quarto della superficie terrestre ha cieli notturni inquinati dalla luce artificiale e si stima che le emissioni dirette aumentino circa del 2% ogni anno.

La mappa dell’inquinamento luminoso realizzata dalla Nasa nel 2017.

Secondo una ricerca di qualche anno fa, l’83% della popolazione mondiale e il 99% degli abitanti di Europa e Stati Uniti vive sotto un cielo più luminoso del 10% rispetto a quanto dovrebbe essere naturalmente, al punto da interferire, come è noto, con le osservazioni astronomiche. Ma ancor prima, con la nostra salute.

L’impatto sulla salute

In particolare, la luce artificiale notturna riduce i livelli d melatonina, ormone che ha una funzione regolatoria nel nostro organismo. Tutti gli esseri viventi – piante e animali, esseri umani compresi, e anche gli organismi unicellulari – si adattano al ritmo giorno/notte scandito dal continuo roteare della Terra, secondo quello che viene definito ritmo circadiano (una scoperta da Nobel), un orologio biologico che scandisce non solo i tempi del sonno, ma anche l’attività cerebrale, la produzione di ormoni, la rigenerazione cellulare e altre attività biologiche.

L’illuminazione artificiale ha sovvertito questo “ordine cosmico” causando più o meno direttamente una serie di disturbi: mal di testa, affaticamento, stress, disfunzioni sessuali e non ultima insonnia (contro la quale si consiglia di chiudere bene le tapparelle). Senza contare che chi rimane sveglio la notte ha anche una maggiore probabilità di sviluppare un disturbo dell’umore o di ansia. Non a caso l’Organizzazione mondiale della sanità indica il lavoro notturno – e quindi verosimilmente l’interruzione del ritmo circadiano, possibile cancerogeno umano (gruppo 2A secondo la classificazione dello Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro).

Gli effetti su animali ed ecosistemi

La ricerca dell’Università di Exeter mostra che l’illuminazione artificiale notturna ha un impatto significativo non solo sulla vita degli esseri umani ma anche degli animali, che possono subirne le conseguenze in modo più o meno diretto. “Ciò che colpisce è la pervasività degli effetti: sono stati trovati ovunque”, afferma Kevin Gaston, uno degli autori. Nelle specie notturne, a cui l’inquinamento luminoso rende la vita difficile: i pipistrelli, per esempio, che hanno un apparato visivo specializzato per il buio, quando c’è troppa luce non riescono a cacciare. Ma anche negli animali diurni, che iniziano prima il canto e il foraggiamento. In tutte le specie esaminate gli scienziati hanno riscontrato bassi livelli di melatonina, ormone importante anche per la salute animale, considerato che regola le funzioni cognitive, i cicli riproduttivi e le attività.

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Anche le specie diurne sono disturbate dalla presenza di luci artificiali.



L’inquinamento luminoso è anche responsabile della ridotta impollinazione da parte degli insetti, del pericoloso volo degli uccelli marini verso i fari, del disorientamento delle tartarughe marine, che scambiano le luci degli insediamenti costieri per l’alba, e della cosiddetta “apocalisse degli insetti”, che muoiono bruciati dalle lampadine o dalle luci delle automobili. Le specie più sensibili alla luce artificiale notturna, avvertono gli scienziati , rischiano di essere sostituite all’interno delle comunità animali, cosa che mette gravemente a rischio molti ecosistemi.

Luce artificiale: un inquinante sottovalutato

“Non ci siamo mai veramente preoccupati dell’impatto dell’illuminazione notturna. Solo ora stiamo scoprendo i suoi effetti ad ampio raggio,” afferma ancora Gaston. “Il nostro studio”, conclude il ricercatore, dimostra che dovremmo considerare l’emissione di luce artificiale alla stregua di qualsiasi altra forma di inquinamento. Non possiamo ovviamente spegnere tutte le luci che illuminano le nostre notti ma, in linea di principio, ma dovremmo utilizzarle solo dove ne abbiamo bisogno e alle intensità di cui abbiamo bisogno, non oltre”.

Riferimenti: Nature Ecology & Evolution

(Immagine di copertina: Foto di stokpic da Pixabay)