Insetti, cosa fare in caso di morsi e punture

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(credit: Jimmy Chan via Pexels)

Quando morsi e punture di insetti diventano un pericolo. Nelle ultime ore si è diffusa la notizia di nuovi casi accertati di febbre di Dengue, una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare Aedes. E ieri vicino ad Alessandria un bambino di 9 anni è morto a causa dello shock anafilattico per una puntura di calabrone. Ma questi insetti non sono gli unici che, mordendo e pungendo, possono causare infezioni o reazioni allergiche. Come ricorda l’Istituto superiore di sanità (Iss), sono vari gli artropodi terrestri (insetti e aracnidi) a cui prestare attenzione. Non c’è nessun motivo di allarme, ma è bene essere preparati a riconoscere sintomi potenzialmente pericolosi.

Sintomi

Nella maggior parte dei casi i morsi o le punture di ragni, calabroni, api, vespe, zanzare, acari e zecche (e si potrebbe continuare) non sono pericolosi: causano dei fastidi come rigonfiamento della cute nella zona interessata, rossore, talvolta dolore e prurito. Questi sintomi, tuttavia, in genere migliorano nel giro di poche ore fino a scomparire del tutto in qualche giorno. È anche possibile che alcune persone sviluppino delle lievi reazioni allergiche nel sito del morso/puntura e in questi casi si può verificare un arrossamento più ampio, con gonfiore e sintomi che durano più a lungo. In casi molto rari, si possono verificare reazioni allergiche gravi, le cui manifestazioni quali difficoltà a respirare, capogiri, rigonfiamento del viso e della lingua, nausea e vomito, tachicardia, perdita di coscienza.

Cosa fare

Di fronte a morsi e punture di insetti ci sono diverse azioni da mettere in campo. Per le punture, per esempio, bisogna verificare se è rimasto il pungiglione e nel caso estrarlo. Se, invece, dopo un’escursione tra l’erba alta magari, ci si trova attaccati una zecca, questa va rimossa con delle pinzette a livello dell’apparato buccale (quindi prendendo l’aracnide dove si attacca alla pelle), per evitare che la testa rimanga nella ferita e di schiacciare il corpo dell’animale. Tirare poi verso l’alto. Nel caso, sono in vendita anche dei kit appositi per la rimozione delle zecche.

In ogni caso, si consiglia di lavare con acqua e sapone la zona interessata dal morso/puntura e di applicare acqua fredda o ghiaccio per una decina di minuti per ridurre il gonfiore e alleviare i sintomi.

In caso di reazioni allergiche gravi, non ci sono dubbi sul da farsi: chiamare immediatamente i soccorsi.

Cosa non fare

In alcuni casi è difficile, ma sarebbe opportuno evitare di grattarsi per non lesionare ulteriormente il tessuto. Il rischio di infezioni altrimenti cresce.Anche le automedicazioni con i “metodi della nonna” vanno evitati. Per i morsi/punture non gravi ci si può rivolgere in farmacia per un consiglio su prodotti topici appositi. Se i sintomi non passano dopo una settimana, invece, bisogna rivolgersi al medico.

Quando chiamare il medico

A eccezione dei casi rari di reazioni allergiche gravi che esigono un intervento medico immediato, gli esperti dell’Iss consigliano di rivolgersi al medico anche se il morso/puntura coinvolge zone sensibili come la bocca, la gola e l’area vicino agli occhi. Meglio chiedere un consulto anche se i sintomi non spariscono e anzi peggiorano dopo più di 3 giorni, se l’arrossamento si espande oltre i 10 centimetri dal sito della lesione, se c’è gonfiore e dolore oppure se la ferita mostra segni di infezione (pus, dolore intenso, gonfiore e arrossamento). Anche la comparsa di sintomi sistemici (febbre, ingrossamento dei linfonodi, dolori muscolari e articolari, mal di testa, tosse secca, affaticamento) è motivo per rivolgersi al medico.

Via Wired.it

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