Iperspazio, cosa si vedrebbe dal Millenium Falcon?

Trentacinque anni fa George Lucas firmava il primo film della saga di Guerre Stellari. Da allora l’immagine del Millenium Falcon, l’astronave guidata da Han Solo, che fa il salto nell’iperspazio e viaggiando alla velocità della luce attraversa in brevissimo tempo intere galassie, è diventata il simbolo per eccellenza dei viaggi spaziali (almeno nella fantascienza). Ma che cosa vedrebbero i passeggeri di una nave spaziale se un simile viaggio fosse davvero possibile? Di certo non la scia luminosa di stelle che si vede nei film. A dirlo è una ricerca dell’Università di Leicester secondo la quale se fosse possibile viaggiare alla velocità della luce (300000 km/s), non ci sarebbero tracce visibili di stelle e i passeggeri del Millenium Falcon vedrebbero soltanto un disco di intensa luce bianca, proprio come mostrato nell’immagine.

Lo studio condotto da quattro studenti all’ultimo anno del Master in Fisica è stato pubblicato su Journal of Physics Special Topics, una rivista universitaria che raccoglie brevi articoli scientifici su temi insoliti, con l’obiettivo di stimolare gli studenti a essere creativi e pensare fuori dagli schemi. A questo scopo Riley Connors, Katie Dexter, Joshua Argyle e Cameron Scoular hanno utilizzato le leggi della relatività, più specificamente della relatività ristretta, proposta da Einstein per descrivere il viaggio nell’iperspazio di un’ipotetica navicella spaziale che si sposta alla velocità della luce, come il Millenium Falcon di Star Wars.

I loro risultati dimostrano che la fisica dell’iperspazio inventato da George Lucas nei suoi film è sbagliata: Han Solo e i suoi compagni non potrebbero vedere la scia luminosa di stelle che si vede nei film (qui un esempio). Piuttosto secondo le loro predizioni, se un viaggio di questo tipo fosse possibile, si vedrebbe solo un cono di luce bianca con un disco centrale molto intenso.

Tutto questo sarebbe dovuto all’effetto Doppler, ossia quel fenomeno fisico per cui la lunghezza di un’onda, sonora o luminosa, varia apparentemente con lo spostarsi della sorgente. Nel caso delle onde elettromagnetiche emesse dalle stelle, si avrebbe un accorciamento della lunghezza d’onda man mano che il viaggiatore si avvicina alla sorgente, che si traduce a sua volta in uno spostamento dallo spettro del visibile verso quello dei raggi X, non visibili a occhio nudo, il cosiddetto “blue shift”. Per questo motivo l’equipaggio dell’ipotetica navicella non potrebbe vedere la scia luminosa delle stelle. Inoltre, in base allo stesso principio, la radiazione cosmica di fondo (Cosmic Microwave Background Radiation) originatasi in seguito al Big Bang e distribuita omogeneamente in tutto l’Universo, a causa della velocità shifterebbe nello spettro del visibile apparendo come un cono di luce bianca con un disco centrale molto luminoso.

È chiaro che l’iperspazio di George Lucas è un mondo inventato che non deve necessariamente seguire le leggi della fisica e cinematograficamente è stato un enorme successo che ha rivoluzionato la fantascienza. Ma di inesattezze fisiche ce ne sono altre. Dai loro calcoli, infatti, gli studiosi hanno stabilito che l’intensità dei raggi X provenienti dalle stelle agirebbe sulla nave spaziale rallentandone la velocità e per far fronte a questa pressione, equivalente a quella percepita sul fondo dell’Oceano Pacifico, sarebbe necessaria un’ulteriore fonte di energia a bordo. “Inoltre”, conclude scherzosamente Riley Coonors: “se un’astronave come il Millenium Falcon esistesse davvero, sarebbe opportuno che l’equipaggio indossasse occhiali da sole e che l’astronave fosse munita di strutture di protezione dai raggi X, estremamente dannosi per gli esseri umani”.

Riferimenti: Journal of Physics Special Topics 

Credits immagine: University of Leicester

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