Categorie: Società

Italiani, bravi solo a parole

Il degrado dell’ambiente? Per noi italiani è uno dei problemi più pressanti della nostra epoca, secondo solo alle condizioni economiche e igienico-sanitarie dei paesi in via di sviluppo. A parole siamo tutti molto sensibili alle questioni ambientali, un po’ meno quando si tratta di agire. È quanto emerge dall’analisi “Gli Italiani, la scienza e l’ambiente – Secondo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia”, presentata da Observa lo scorso 18 febbraio e inclusa  nell’Annuario Scienza e Società 2009 che sarà pubblicato prossimamente da “Il Mulino”.

Fronte corrugata soprattutto per l’inquinamento dell’aria e per lo smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, a queste forti preoccupazioni non sempre seguono comportamenti eco-friendly. Quattro i profili individuati da Massimiano Bucchi – docente di Scienza, Tecnologia e Società all’Università di Trento e curatore dell’indagine insieme a Valeria Arzenton – in cui possiamo provare a riconoscerci.

C’è il “Fatalista indifferente” (17,6% degli italiani, più spesso maschi di giovane età) che si cura poco dei problemi dell’ambiente e non fa nulla per cercare di migliorare la situazione, e il “Fatalista pragmatico” (25,2%) che non crede di poter incidere su ciò che accade. Il resto della popolazione è invece convinto che l’ambiente è nelle mani dei singoli cittadini. Peccato poi che solo il 28,5 per cento (generalmente donne con un livello di istruzione medio-alto) rientri nella categoria “Impegnato responsabile”, che comprende chi agisce attivamente per cercare di ridurre il proprio “peso ecologico”, per esempio scegliendo lampadine ed elettrodomestici a basso consumo, isolando termicamente la propria abitazione e limitando il ricorso ai climatizzatori. Gli altri (28,7% sono classificati come “Responsabili a parole”: “Caratteristica di questo profilo è la scarsa coerenza tra opinioni e propositi in favore dell’ambiente e i comportamenti concreti”, racconta Bucchi: “Si dice disponibile a ridurre i consumi di energia ma nella pratica non si è ancora impegnato attivamente”. (m.s.)

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