Kary Mullis, uno scienziato eccentrico

    Kary Mullis
    Ballando nudi nel campo della mente
    Baldini & Castoldi, 2000
    pp. 222, £ 26.000

    Cosa hanno in comune gli alieni, il surf tra le onde del Pacifico, i segni dello zodiaco, l’uso massiccio di droghe, il processo a O.J. Simpson e i viaggi “astrali” con la Polymerase Chain Reaction (Pcr), la Berkeley degli anni Sessanta, il Premio Nobel e il Japan Prize 1993? La risposta è una sola: Kary Mullis, l’eccentrico biochimico americano autore di “Ballando nudi nel campo della mente”, una sorta di collezione di aneddoti e storie sugli argomenti più disparati, scientifici e autobiografici. E’ un libro in cui opera e autore si fondono alla perfezione, fino a confondersi. Nell’ambiente scientifico Mullis è noto soprattutto per l’invenzione – non priva di controversie – della Pcr (sviluppata presso l’industria americana Cetus nel 1983, gli ha permesso di ottenere dieci anni più tardi il Premio Nobel per la chimica) e per la più recente polemica sulla relazione Hiv/Aids. Il procedimento della Pcr è considerato una delle più importanti tecniche scientifiche del XX secolo: consente di amplificare il Dna, moltiplicandone in poche ore un singolo filamento per milioni di volte. Il processo ha numerose applicazioni in medicina, genetica, biologia e medicina legale e le macchine che lo sfruttano si trovano ormai in tutti i laboratori del mondo.

    Mullis è un tipico esempio di scienziato americano: cresciuto professionalmente soprattutto nella ricerca per l’industria privata, disincantato e pragmatico, allegro e socievole, ironico, intelligente e curioso. Ma è anche eccentrico, visionario, provocatorio, vagamente omofobico. Mullis sostiene di essere soprattutto uno scienziato responsabile, fedele al metodo ipotetico-sperimentale. Su questa semplice base – furbescamente naïf -, nel libro afferma tra le altre cose la validità dell’astrologia e degli oroscopi, che il legame tra Hiv e Aids è indimostrato, tendenzioso e interessato, che gli alieni lo avrebbero rapito e il buco dell’ozono e l’effetto serra non esistono, infine sostiene l’assoluta pericolosità di organismi di controllo statali o sopranazionali sull’attività e la ricerca scientifica. Queste affermazioni sono tuttora oggetto di aspra polemica ma costituiscono la parte più divertente (e forse pericolosa) del libro, più apprezzata dal grande pubblico. Le diffuse riserve sul valore divulgativo di “Ballando nudi nel campo della mente” nascono perché non si comprende che questo non è un libro che parla di scienza, ma un libro che parla di uno scienziato. I due aspetti ovviamente si confondono, ma trovano la dovuta sintesi solo nella personalità di Mullis e non in quello che racconta.

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