La CO2? Buttiamola in fondo al mare

L’anidride carbonica generata dalle piattaforme petrolifere a largo delle coste norvegesi potrebbe essere pompata direttamente nelle profondità dell’oceano. L’idea dei ricercatori del Nansen Environmental and Remote Sensing Center di Bergen – che vorrebbero così provare la validità di uno studio teorico eseguito tramite modelli informatici – è che il Mar della Norvegia, e quindi l’Oceano Atlantico, si possano trasformare in contenitori di gas serra, altrimenti destinati a contribuire al surriscaldamento dell’atmosfera terrestre. L’anidride carbonica potrebbe essere iniettata a diverse profondità con risultati differenti: se a 800 metri si rileva ancora un rilascio di gas nell’aria, a 950 il livello di fuoriuscita è praticamente nullo. Una volta pompato in acqua il gas tende a scendere naturalmente e poi verrebbe trasportato dalle correnti fin nel cuore dell’Oceano Atlantico. Finora il metodo è stato sperimentato solo virtualmente, ma sul prossimo numero del Geophisical Research verranno pubblicati i risultati del primo test effettuato in ambiente reale e su larga scala. La tecnologia per realizzare gli impianti ha dei costi accessibili, resta da verificare l’impatto delle grosse quantità di CO2 sull’ambiente marino. Secondo alcuni esperti infatti il grado di acidità dell’anidride carbonica potrebbe nuocere agli organismi viventi di queste zone abituati alla stabilità dell’habitat. (a.c.)

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