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Corea del Nord: era davvero una bomba a idrogeno?

Ci sono stati l’annuncio, le immagini del fungo atomico e il sisma di magnitudo 5,1 lungo la costa nord-orientale della Corea. Ma che si sia trattato effettivamente di una bomba a idrogeno, la prima della Corea del Nord, come rivendicato dal regime di Kim Jong-Un, rimangono ancora dubbi. Si è trattato davvero di un test con una bomba simile a quella fatta esplodere dagli Usa nel 1952, la famosa Ivy Mike, centinaia di volte più potente di Hiroshima e Nagasaki?

Per scoprirlo bisogna mettere insieme diversi dati e non tutti disponibili da subito. Sì, i dati registrati dai sismografi sono quelli più immediati da interrogare e – a quanto pare – diversi sismografi sparsi per il mondo hanno immediatamente rilevato un terremoto nella Corea del Nord. Un sisma che per le caratteristiche – avrebbe preso origine da un punto ben definito, vicino alla superficie, esploso e smorzato velocemente – sembra avere tutte le caratteristiche di un’esplosione artificiale. Ma, forse, non a idrogeno come annunciato.

I tracciati sismografici per l’ultima esplosione sarebbero infatti abbastanza sovrapponibili a quelli dei precedenti test nordcoreani del 2006, 2009 e 2013. Se si fosse trattato di una bomba a idrogeno (bombe H o bombe termonucleari, a dispetto di quelle atomiche si basano sulla fusione nucleare anziché sulla fissione nucleare e hanno una potenza e una violenza maggiore, centinaia di volte superiore) si sarebbero avuti segnali ben maggiori, sostengono alcuni esperti di ordigni nucleari. L’ultima esplosione della Corea del Nord invece avrebbe avuto effetti simili a quella del 2013, stimata avere una potenza di 6-7 kilotoni. Non insomma i valori che ci si aspetterebbe dall’esplosione di una bomba a idrogeno (Ivy Mike ebbe una potenza di 10,4 megatoni).

I soli tracciati non possono comunque escludere che si sia trattato davvero di una bomba H. Per alcuni è probabile che sia stata solo una bomba atomica potenziata da un elemento di fusione, qualcosa di ibrido tra una bomba A e una bomba H. O una bomba H piccola.

Qualcosa di più sulle rivendicazioni del regime di Pyongyang lo sapremo forse nei giorni a venire, dopo le analisi condotte sulle particelle e i gas rilasciati nell’aria dopo l’esplosione. Diverse stazioni sono infatti disseminate nel mondo con lo scopo di catturare tracce radioattive e le analisi dei filtri possono dare indicazioni a conferma dell’evento nucleare in primis e quindi sul tipo di bomba esplosa. Ordigni diversi infatti producono firme differenti, come riferisce Wired.com.

Via: Wired.it

Credits immagine: Royal Air Force via Wikipedia

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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