La crisi delle vocazioni scientifiche

Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali

Scienze, un mito in declino?La crisi delle iscrizioni alle Facoltà scientifiche: Italia, Francia, sguardo internazionale

Bollettino dell’Anisn 2003, stamperia editoriale pisana

pp.103, s.i.p.

Molti paesi del mondo, tra cui l’Italia, segnalano da un certo numero di anni una diminuzione sensibile e costante nel numero di iscrizioni ai corsi di laurea scientifici. Il fenomeno sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti e, se continuerà ai ritmi attuali senza alcun intervento da parte dei governi, non è difficile “prevedere che entro una generazione il panorama culturale dell’Europa sarà completamente cambiato”. Queste parole di Vincenzo Terreni, presidente dell’Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali (Anisn), introducono una ricerca molto dettagliata che Teresa Mariano Longo, docente di Educazione Comparata presso l’Università di Picardie Jules Verne d’Amiens, ha condotto per conto dell’Anisn, allo scopo di monitorare la situazione nel nostro paese e confrontarla con quella di altri paesi che condividono il problema. In particolare, con la Francia, nazione simile alla nostra sul piano economico e demografico.“Scienze, un mito in declino? La crisi delle iscrizioni alle Facoltà scientifiche: Italia, Francia, sguardo internazionale” è una messe di dati di fonte nazionale e internazionale che permettono per la prima volta una quantificazione precisa di questa crisi: nel giro di sei anni dal 1994/95 al 2000/01, le matricole dei corsi di laurea di Astronomia, Fisica, Matematica e Informatica sono diminuite di 9.1 punti percentuali, a fronte di un calo complessivo delle iscrizioni universitarie pari all’8,4%. Analoghe flessioni si sono registrate nei gruppi geo-biologico, chimico-farmaceutico e in Ingegneria che ha perso ben 12000 iscritti.In questo quadro le discipline che soffrono di più e non manifestano segni di ripresa sono Fisica (iscritti dimezzati in 10 anni), Matematica, Geologia (iscritti ridotti a un terzo in dieci anni) e Chimica.Un dato che non potrà essere ignorato dalle future politiche educative è il calo della presenza femminile nelle facoltà scientifiche, in Italia come oltralpe. Nel nostro paese c’è un significativo aumento delle ragazze nelle secondarie di 2° grado e spesso il loro percorso scolastico è più brillante di quello dei ragazzi. Tuttavia, al momento della scelta universitaria, l’ambito umanistico resta quello preferito: solo 9,6 ragazze su 100 scelgono un corso di laurea dell’area scientifico–tecnologica e questo numero si riduce ancora (7,49) per ingegneria e architettura.Quanto questo distacco dipende dal modo in cui la scienza è presentata, soprattutto nella scuola?Alcuni dati della ricerca dell’Anisn danno indicazioni preziose in un altro ambito. Nell’anno scolastico appena iniziato, uno dei temi che animerà il dibattito sulla riforma degli ordinamenti scolastici sarà la riforma del secondo ciclo dell’istruzione e la nuova configurazione dei Licei e del canale dell’istruzione e formazione professionale. I dati ci dicono che il percorso scolastico secondario è importante per la riuscita nei corsi di laurea scientifici: il 57,3 per cento degli studenti italiani provenienti dai licei (classico o scientifico non importa) si laurea in sei anni in Fisica, Matematica, Astronomia e Informatica, contro solo l’11 per cento di quanti hanno ricevuto un’istruzione tecnico/professionale. Questi ultimi ottengono migliori risultati nei corsi di laurea del gruppo chimico–farmaceutico, in quest’ambito, dunque, la preparazione degli Istituti Tecnici e Professionali è più spendibile all’Università. C’è il rischio che la riforma del canale dell’istruzione e formazione professionale rosicchi ulteriormente la percentuale dei laureati in materie scientifiche provenienti da questo percorso formativo.Anche il calo delle iscrizioni registrato in Francia può dare utili indicazioni su questa questione. La scuola secondaria francese è strutturata attraverso una serie di canali d’istruzione molto orientati (5 indirizzi nel liceo generale, 3 in quello tecnologico, un alto numero nel liceo professionale). In Francia il liceo che prepara agli studi scientifici universitari è il cosiddetto “Liceo S”, che è considerato il liceo più prestigioso. Il 90% degli iscritti alle Università e alle classi preparatorie per l’accesso alle Grandes Ecoles in indirizzi scientifici proviene dal Liceo S.Dunque, nel sistema educativo francese è possibile una “canalizzazione” dei giovani verso studi scientifici attraverso la frequenza del Liceo S, tuttavia il calo di iscrizioni ai corsi di laurea scientifici indica che tale canalizzazione non è più in grado di assicurare un orientamento efficace. Questo dovrebbe far riflettere, come sottolinea la ricerca, sugli esiti di una canalizzazione precoce come è quella prevista dalla legge di riforma del nostro ordinamento scolastico, che non necessariamente si tradurrà in un miglior successo scolastico dei nostri studenti. La ricerca dell’Anisn costituisce il primo passo di un’indagine che proseguirà coinvolgendo altre associazioni europee, con l’obiettivo di individuare anche delle chiavi interpretative dei dati raccolti e di suggerire delle azioni d’indirizzo delle politiche scolastiche.

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