La discriminazione vista dagli adolescenti

Settanta studenti fra i 12 e i 15 anni si mettono in gioco e testimoniano in prima persona una storia di discriminazione. Ce lo racconta il sito www.millevoltidellasalute.it, che dà libero accesso a kit didattici e a moltissimo materiale, tra cui le coinvolgenti video-interviste degli adolescenti che hanno deciso di condividere online le loro esperienze, mettendoci davvero la faccia.

È accaduto in Piemonte, dove il progetto “I mille volti del diritto alla salute” ha visto la partecipazione di otto scuole secondarie di Torino e Cuneo, coinvolte durante l’anno scolastico 2013/14’ Il portale e le interviste sono alcuni dei frutti del percorso promosso dal Comitato Collaborazione Medica (CCM) di Torino, che cerca di promuovere la cultura di dignità e parità, in relazione al diritto alla salute per tutti.

I dati raccolti (anche grazie al finanziamento dell’Agenzia Piemonte Lavoro e del Fondo Sociale Europeo) ci offrono uno spaccato della vita di tutti i giorni degli studenti, e mostrano come la diversità possa significare esclusione e solitudine. Gli episodi di emarginazione più comuni riguardano ancora il colore della pelle, l’origine etnica e la nazionalità (32%, avvenuti soprattutto fuori dal contesto scolastico, come in autobus o in spiaggia). La discriminazione di genere è invece testimoniata dal 12% delle interviste. Per il resto, le percezioni possono risultare più confuse, come accade per la discriminazione sessuale, sintomo della mancanza di un’educazione specifica all’affettività.

Che si tratti di episodi messi in atto fra individui o da gruppi nei confronti dei singoli, gli studenti piemontesi testimoniano soprattutto esperienze subite o a cui hanno assistito. Pochi, invece, hanno scelto di “autodenunciarsi” o di raccontare casi in cui la società stessa sia stata percepita come soggetto discriminante.

Più difficile codificare altri tipi di esperienze: il 15% degli intervistati racconta di essere visto dagli altri come “strano”, “troppo grasso” o “troppo magro”, di “parlare diversamente”, avere “un neo troppo appariscente” o i “genitori troppo anziani”. In ogni caso, i ragazzi piemontesi ci raccontano con il loro coraggio che c’è ancora molto da fare. Anche per questo il sito è “aperto” a tutti: pensato per essere arricchito dai commenti e dalle video-testimonianze di altri intraprendenti studenti, italiani e non.

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