La formula della canzone di successo

Farebbe comodo a molti, ma in pochi sembrano averla trovata. Di sicuro, la ricetta della canzone di successo – o meglio l’equazione della hit, come la chiamano i ricercatori dell’Università di Bristol che l’hanno inventata – non è semplice. Gli ingegneri del Laboratorio di Sistemi Intelligenti dell’ateneo inglese affermano che, grazie ad essa, nel 60 per cento dei casi si può predire se una canzone sarà da top 5, oppure un flop. Basta inserire nella formula le 23 variabili richieste, tra cui tempo, armonia, durata, “ballabilità” e “rumorosità”.

Giungere a un algoritmo di questo tipo non è stato facile. “Non eravamo sicuri di poter ridurre le caratteristiche che descrivono una musica di successo a una semplice equazione”, hanno scritto i ricercatori sul sito del progetto, ScoreAhit: “E in effetti la formula è tutt’altro che semplice. La musica e la mente umana non sono fatte esattamente per essere compresse in un’espressione matematica”.

Nonostante questo, i ricercatori inglesi sono riusciti ad ottenerne una che nel 60% dei casi funziona. Per farlo, hanno scandagliato le classifiche britanniche negli ultimi 50 anni, riportando tutte le top 5 e le canzoni da fondo classifica (quelle tra il 30esimo e il 40esimo posto). Un programma registrava 23 diversi parametri per ogni componimento e, tramite complicati modelli matematici (tra cui l’analisi delle regressioni), riconosceva per ognuno il suo peso statistico.

Gli ingegneri sono anche riusciti a prevenire un possibile baco del sistema: poiché i gusti musicali evolvono nel tempo, lo strumento che li analizza deve essere in grado di seguire queste mode, modificandosi a sua volta. Per questo il software è “intelligente”: è cioè capace di modificare sé stesso nel tempo. “Abbiamo trovato che il potenziale di una canzone dipende dal periodo in cui è stata scritta”, ha detto Tijl De Bie, un ricercatore in Intelligenza Artificiale dell’Università di Bristol, che ha presentato il progetto durante il quarto workshop internazionale Machine Learning and Music: Learning from Musical Structure tenutosi in Sierra Nevada. Se, per esempio, la ballabilità di una canzone in certo periodo ha contribuito a renderla una hit, il peso statistico associato a questa caratteristica sarà alto, cioè peserà di più all’interno dell’equazione.

Ma influiscono anche gli stili musicali che dominano la scena musicale, o la cultura e l’ambiente in cui le canzoni nascono. Il successo dipende anche dal fatto che in un dato momento storico, la musica si ascolti più in discoteca, su un lettore mp3, o come ora, sullo smartphone.

Naturalmente l’equazione non funziona sempre. Spesso, infatti, intervengono altri fattori a rendere popolare una canzone. La formula, per esempio, non è riuscita a prevedere che una canzone di Michael Jackson sarebbe diventata una hit nel 2009, semplicemente perché non poteva contemplare la morte del cantante. O ancora, “Do They Know It’s Christmas?” (cantata nel 1984 dai più famosi artisti internazionali per raccogliere fondi per la lotta alla fame nel mondo) non sarebbe dovuta entrare nella top 5 in base ai 23 parametri: in questo caso, l’equazione non tiene conto del contesto sociale, né della celebrità dei musicisti coinvolti nel progetto.

Di certo, grazie ai dati estrapolati dalla formula si imparano alcune cose divertenti. Ad esempio che predire le canzoni di successo intorno all’anno 1980 sarebbe stato particolarmente difficile, perché in questo periodo lo scenario è cambiato molto, grazie all’innovazione prodotta dalla musica pop. Invece, i dati relativi alla prima metà degli anni Novanta e dal 2000 in poi sono quelli più in accordo con le previsioni, segno che – forse – stiamo pian piano diventando sempre più prevedibili, almeno dal punto di vista musicale.

Dai dati emerge un’altra interessante caratteristica. La musica sta diventando sempre più rumorosa. Il che confermerebbe il fastidio di tanti genitori nei confronti della musica dei figli, spesso declassificata al rango di baccano infernale. “Il parametro della rumorisità, infatti, diventa sempre più importante per riconoscere un flop da una hit”, spiegano gli ingegneri sul sito. “Solo negli ultimissimi anni la caratteristica sembra aver raggiunto il proprio picco, e sta pian piano degradando. Gli artisti si adegueranno a questo trend? Solo il tempo potrà dirlo”.
 
Riferimento: Scoreahit

Credit per l’immagine: Jensens, Wikipedia

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