Donazioni e beneficenza, la fretta non rende generosi

Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi, recita il proverbio. Potrebbe essere una buona filosofia di vita, ma non per quello che riguarda le donazioni. A suggerirlo sono alcuni ricercatori della Aarhus University, che hanno osservato come scadenze più lunghe inducano le persone a essere mediamente più generose, come raccontano su Journal of Behavioral and Experimental Economics. Come lo hanno scoperto?

Per capire il comportamento delle persone in materia di donazioni e scadenze, i ricercatori hanno inviato un messaggio, a nome dell’associazione umanitaria DanChurch Aid, a 53000 danesi che in passato avevano già donato denaro. Il testo recitava così: “Se fai una donazione entro tre giorni, un donatore anonimo aggiungerà 10 corone”. I destinatari del messaggio sono stati divisi in gruppi e a ognuno è stato inviato un messaggio contenente un termine diverso per attivare la donazione da parte della persona anonima: da tempi molto brevi, come fino alla mezzanotte del giorno stesso o al giorno seguente, a scadenze di qualche giorno, fino a intervalli più lunghi che potevano giungere addirittura al primo giorno del mese successivo.

Analizzando i risultati sul comportamento delle persone, i ricercatori hanno mostrato come le donazioni aumentano se le scadenze sono più lontane. “È già noto da altri studi che le persone non amano ricevere pressione per quello che riguarda la donazione di denaro – spiegano Mette Trier Damgaard e Christina Gravert, che hanno preso parte allo studio – Abbiamo interpretato questo comportamento ipotizzando che scadenze brevi creino nella mentalità delle persone un pensiero del tipo ‘Va bene, sono d’accordo a donare in fretta, ma non così tanto’ “.

Secondo la teoria sulle scadenze, e vista la tendenza delle persone a procrastinare, il numero di donazioni dovrebbe aumentare in modo rilevante poco prima della scadenza. Tuttavia, in questo studio, i ricercatori hanno scoperto che le varie scadenze non hanno avuto alcun effetto sul momento in cui viene effettuata la donazione. Non importa il termine quindi, quasi tutte le donazioni si sono verificate entro i primi due o tre giorni dalla ricezione del messaggio. Un comportamento che i ricercatori hanno ribattezzato “ora o mai più” e lo spiegano ipotizzando che i destinatari del messaggio si possano comportare così o perché consapevoli che se non donano subito potrebbero dimenticarsene, oppure per evitare di ricevere solleciti.

Si può quindi affermare che sia meglio avere sempre scadenze più lontane per aumentare la quota di donazioni a scopo di beneficenza? Non proprio, a detta dei ricercatori: “Il nostro studio vuole chiarire meglio come, dove e quando funzionino meglio le scadenze. Non sempre avere più tempo può aiutare le persone a non procrastinare le proprie azioni, anzi a volte è proprio il motivo che le induce a farlo”.

Riferimenti: Journal of Behavioral and Experimental Economics

Silvia De Stefano

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