La genomica al servizio dei popoli

Advisory Committe on Health ResearchGenomics and World HealthWHO Ginevra, 2002pp. 241, euro 23,80Secondo il World Health Organisation (Who) la ricerca genetica potrà salvare milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo. A patto che nei prossimi anni i governi degli Stati industrializzati mettano mano al portafogli e allo stesso tempo convincano le case farmaceutiche a investire i loro soldi in ricerche economicamente poco vantaggiose. Il rapporto Genomics and World Heath, realizzato dal Who, è la prima pubblicazione ufficiale in cui un organismo internazionale affronta la questione della ricerca genetica in una prospettiva globale. Nell’introduzione al volume, Gro Harlem Brundtland, direttore generale del Who, afferma che “assieme ai progressi compiuti nella decifrazione dei codici genetici appartenenti a molti organismi patogeni e ai loro vettori di trasmissione, la scienza genomica ha in mano la straordinaria potenzialità di potere migliorare le condizioni di salute degli esseri umani”. In quanto può rappresentare uno strumento innovativo per la prevenzione, la diagnosi e la gestione delle patologie che affliggono tutta l’umanità, dalla Tbc alle malattie cardiovascolari. “Ma la rivoluzione genomica” viene affermato sempre nell’introduzione “porta con se anche molti problemi complessi di natura scientifica, economica, sociale ed etica”. Molti di questi argomenti sono stati affrontati dal team di ricercatori a cui l’organizzazione mondiale della sanità ha affidato la stesura del rapporto. Nella pubblicazione, un volume di appena 241 pagine, vengono descritte in breve le nuove tecniche di cui si avvale la ricerca genetica, alcune interessanti applicazioni di queste metodologie e le potenzialità e i rischi che inevitabilmente accompagnano la diffusione su larga scala della genomica. A distanza di pochi capitoli si spiega come è fatto il Dna e come è stato sequenziato il genoma umano, come garantire la privacy e l’uguaglianza nell’era dei test genetici e a cosa serve la terapia genica e la ricerca sulle cellule staminali. Vengono descritti gli studi che si stanno facendo sul plasmodio della malaria e sull’Hiv e si parla di Trips (Trade related aspects of intellectual property rights), della diffusione dei farmaci e delle cure essenziali e di accesso ai database che contengono i dati genetici. Temi di estrema attualità su cui il mondo della scienza, dell’industria e della società civile si stanno scontrando da tempo. Le poche pagine di Genomics and World Health non possono essere però esaustive. Così quando nell’ultima parte si trovano le raccomandazioni che il World Health Organization fa ai 191 Stati membri per non allargare il divario esistente tra Nord e Sud del mondo, si ha l’impressione che si sia arrivati a delle conclusioni scontate e che rimanga qualcosa di non detto. Nel “key message” al termine del libro viene affermato che “nonostante le correnti applicazioni della genetica siano ancora una risorsa limitata”, sia per l’estensione geografica dei suoi benefici che per la loro possibilità di impiego nella pratica clinica quotidiana, “non ci sono dubbi sul fatto che rappresentino un’eccezionale occasione di progresso per la medicina dei prossimi decenni. Per questo è essenziale che i Paesi in via di sviluppo non rimangano indietro”. Una risposta a chi accusa la ricerca genetica di lavorare solo per il benessere e il profitto dei Paesi ricchi.

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