La globalizzazione del gusto

Oscar Marchisio
Molteplice persona. Soggettività e conflitti oltre la rivoluzione liberale
Manifestolibri, 2001
pp.120, £22.000

Leggendo questo saggio di Marchisio, viene in mente ‘Ikea’, il noto megastore di mobili a costi contenuti che entrano nelle case di ogni individuo. Ikea è un fenomeno nuovo e per certi versi ancora tutto da esplorare e tuttavia uno dei più evidenti esempi di come la costruzione di gusti, piaceri e consumi passi inevitabilmente per un controllo sempre più serrato da parte di grandi multinazionali. Non importa se si vive a Berlino, Londra, Parigi o Roma, la casa comunque si riempirà di prodotti Ikea. La molteplicità di culture e tradizioni nella costruzione dei mobili si volatilizza in un sol colpo di fronte a un mobile chiamato Trömso o Ivar. Marchisio non parla di Ikea nello specifico, ma parla di McDonalds, Microsoft e le grandi imprese globali reali o virtuali che oggi catturano e imbrigliano l’attenzione dei consumatori, plasmandola e trasformandola.

La ‘molteplice persona’ altri non è che l’individuo che nel contesto del XXI secolo acquista delle nuove caratteristiche. Da un lato il soggetto si colloca in una nuova dimensione tecnologica. Dall’altro però l’individuo si colloca nel mondo in quanto consumatore, mentre la fase del consumo viene standardizzata dalle grandi imprese capitalistiche. La conseguenza per Marchisio è inevitabile: ‘l’individuo è divenuto oggi una strozzatura rispetto ai rapporti che il corpo-mente riesce a intrattenere con il contesto “intelligente” che lo circonda. Di fronte alle reti che ci circondano, innervando il nostro corpo con gli ultimi ritrovati tecnologici… il nostro nuovo io si costituisce come somma del molteplice. Ma sempre meno governato dal singolo soggetto e sempre più alienato nella polarità industriale della potente Microsoft o di America On Line.’ (pp. 77-78).

Marchisio usa la metafora della cucina per spiegare la novità ‘consumatrice’ del capitalismo contemporaneo che media tra le tradizioni culturali e storiche e traspone e raccoglie i gusti collettivi al fine di inserirli nel contesto del nuovo mercato globalizzato. Il caso di Andagna (entroterra ligure) è per lui emblematico: “Qui McDonald’s sostituisce il un sol colpo festa dell’Unità e festa del Patrono, offrendo hamburger e socialità a prezzi di saldo” (p.15). Per Marchisio, ad Andagna come nel resto del mondo le tradizioni vengono immesse nella rete dei nuovi sistemi tecnologici, analizzate dalle grandi imprese capitalistiche e riprodotte sul mercato attraverso i sistemi custom-oriented cioè i sistemi che personalizzano il consumo massificato alle esigenze delle singole collettività.

Ma se la dimensione di attacco psicologico del capitalismo contemporaneo lascia poco spazio alla dimensione individuale, esiste tuttavia nelle nuove tecnologie una dimensione irriducibile e rappresentata dal loro uso ‘creativo’. E questo uso ‘creativo’ della rete e degli strumenti informatici che può rappresentare una opposizione alla clonazione indotta dalle grande multinazionali. Opporsi alla logica del consumo clonato significa individuare usi nuovi e innovativi: ‘Antagonista è quella politica che nega la funzione dello spettatore…’ (p.104) E, aggiungiamo, l’antagonista è colui che crea qualcosa così innovativo da essere irriproducibile nel mercato globalizzato in tempi brevi, un valore d’uso che non ha valore di scambio, un prodotto incontrollabile che si sottrae alla politica del controllo. Marchisio pensa insomma ai sistemi open-source in cui l’utente si sottrae alla logica dello spettatore o dell’utente perché ‘crea’ innovazione nel prodotto invece di consumarlo semplicemente.

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