Vita

La logica di mercato delle vespe cartonaie

Credit: Quartl/Wikipedia

Cosa faremmo se potessimo scegliere tra diverse alternative professionali? Forse ridurremmo il nostro impegno quotidiano in ufficio, sapendo di poter cambiare lavoro in qualunque momento. Oppure faremmo pesare il nostro fondamentale contributo ai piani alti, per ottenere un aumento di stipendio o una riduzione dell’orario di lavoro. In assenza di alternative, al contrario, saremmo i primi a impegnarci per non perdere il posto. Una naturale logica di mercato tutta umana, che però influenza anche una particolare varietà di insetti, le vespe cartonaie: l’impegno di ciascuna femmina a collaborare alla gestione della colonia è infatti inversamente proporzionale alla presenza di opportunità esterne. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dai ricercatori Lena Grinsted Jeremy Field dell’Università del Sussex.

Parliamo delle Polistes dominula, questo il nome scientifico delle vespe cartonaie, nome che deriva loro dal materiale simile al cartone, ottenuto da un impasto di legno e saliva, con cui costruiscono i loro nidi. È in primavera che questi vengono fondati, quando una o più femmine dominanti, fecondate il precedente autunno, escono dal letargo. E dopo aver scelto le proprie partner di collaborazione fondano nuove colonie, caratterizzate da una gerarchia ben precisa: la vespa dominante sarà la genitrice della maggior parte della prole, mentre alle subordinate verranno affidati i compiti più rischiosi e pesanti come il foraggiamento, la difesa del nido e l’allevamento dei piccoli. Tuttavia, in queste colonie, i ruoli non sono fissi, ed eccezionalmente le subordinate possono scalzare le dominanti usurpandone il ruolo.

Fondamentale per capire le logiche di collaborazione tra le vespe cartonaie è il mercato circostante: presenza di altre colonie nelle vicinanze o di posti adatti in cui fondarne di nuove. È proprio dall’ipotesi che manipolando le opportunità esterne la competizione sarebbe aumentata, costringendo di conseguenza le dominanti ad accettare un minor impegno da parte delle subordinate, che Grinsted e Field sono partiti per il loro studio, pubblicato poi su Nature.

Effettivamente i ricercatori hanno potuto constatare che in presenza di una grande quantità di alternative, le vespe sono meno disponibili a sobbarcarsi determinati compiti, o comunque fanno pagare a caro prezzo il proprio contributo; le dominanti sono così costrette ad accettare questa condizione se non vogliono perdere le partner di collaborazione. Al contrario, in assenza di alternative esterne, l’impegno alla collaborazione delle subordinate è maggiore. In cambio ottengono l’appartenenza alla colonia e quindi un certo grado di protezione. La competizione negli “affari” influisce evidentemente sul valore dei beni scambiati secondo le tipiche logiche di domanda e offerta del mondo economico. Avvalorando così la teoria del mercato biologico, utile per capire i comportamenti di collaborazione nelle società animali.

Articolo prodotto in collaborazione con il Master SGP di Sapienza Università di Roma

Ilaria Campagna

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