La mente naturale

A.A.V.V. (a cura di A. M. Borghi e T. Iachini)
Scienze della mente
Il Mulino, 2002
pp. 350, euro 22,00

Lo studio della mente è ormai un campo di studi vasto e ben ramificato. E il volume collettivo curato da Anna Borghi e Tina Iachini per i tipi del Mulino è un ottimo esempio della complessità della ricerca nelle scienze cognitive contemporanee.

Secondo le due curatrici, seguire un percorso di ricerca troppo specializzato può dar luogo a esiti inaccettabili per le scienze della natura o per altre aree delle scienze della mente. Ecco perché tutti gli interventi del libro – realizzato con il contributo di studiosi di aree diverse quali antropologia, semiotica, filosofia della mente, sociologia, evoluzionismo, psicologia cognitiva, psicologia comparata, neuropsicologia, psicofisiologia, reti neurali – partono da alcune premesse comuni: la mente deve essere inserita nel suo contesto naturale e analizzata come un sistema, variabile nel tempo e nello spazio, che ‘emerge’ da una lunga storia evolutiva e da una struttura cerebrale e biologica dinamica e complessa. Gran parte degli aspetti cognitivi umani sono comuni a quelli animali, e infatti, secondo gli autori, pur nella diversità delle prospettive, non si può non osservare che la mente è ‘situata’. È collocata cioè in un sistema che interagisce con se stesso, con il resto del corpo e con l’ambiente circostante.

A partire da qui, il volume offre quindi riflessioni sulla ‘natura della mente’ sotto quattro angolazioni diverse: ‘Evoluzione e modularità’, ‘Cervello e corpo’, ‘Ambiente e azione’, ‘Interazione sociale e cultura’. Attraverso il dibattito recente vengono via via presentate molte delle questioni centrali nelle scienze cognitive di oggi: il ruolo delle neuroscienze, la prospettiva della cognizione incarnata (“embodied cognition”), l’affermarsi del connessionismo e dei sistemi dinamici complessi, il ruolo adattativo del comportamento e le origini evoluzioniste dei processi cognitivi. Gli argomenti di ogni paragrafo sono presentati in modo agile ma puntuale.

Particolarmente delicato è il primo argomento: mente ed evoluzione. Com’è possibile spiegare la capacità, tipicamente umana, di un’intelligenza generale, plastica e creativa, nei termini evoluzionisti tradizionali? La risposta degli autori è l’ipotesi della modularità massiva, l’esistenza cioè di moduli cognitivi, strutture specializzate evolutesi per rispondere ai diversi problemi posti dall’ambiente. Tuttavia, alla luce di questa concezione, nozioni complesse come ‘razionalità’ e ‘apprendimento’ devono essere abbandonate. Il capitolo affronta questi temi in modo interdisciplinare, presentando gli studi più recenti effettuati nell’ambito della Vita Artificiale, algoritmi che simulano l’evoluzione filogenetica di organismi che si auto-organizzano e le modularità della mente (reti neurali modulari).

Il volume si conclude con una prospettiva antropologica, o meglio, procedurale, in cui le menti che interagiscono e che producono culture e norme sociali trasmesse di generazione in generazione, sono analizzate osservando le pratiche cognitive situate in semplici contesti quotidiani (ad esempio attraverso l’analisi della conversazione).

L’intento interdisciplinare delle ricerche presentate nel volume è quindi pienamente raggiunto. Il leit motiv dei saggi raccolti nel libro, la mente come unità naturale e complessa, può essere sintetizzato dal racconto del saggio samoano citato all’inizio del libro: l’uomo occidentale “pensa tanto che il pensare è diventato per lui abitudine, necessità, costrizione (…). Vive soltanto con la testa, mentre tutti i suoi sensi giacciono nel sonno profondo (…). Quando splende il Sole, lui subito pensa: “Come splende”. Questo è sbagliato, perché quando splende il Sole è meglio non pensare affatto. Un saggio samoano distende le sue membra nella calda luce e non pensa a niente. Accoglie il Sole non solo con la testa, ma anche con le mani, con i piedi, i fianchi, il ventre, con tutte le membra. Lascia che la pelle e le membra gioiscano e si rallegrino per conto loro e pensino per lui. Ed esse certamente pensano, anche se in maniera diversa dalla testa”.

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