Un danno irreparabile per la barriera corallina. Così alcuni biologi marini condannano un progetto per la riforestazione delle zone costiere ideato da Gordon Sato, biologo molecolare statunitense oggi in pensione. Che intende piantare alberi di mangrovie lungo centinaia di chilometri di coste del Messico, dell’Arabia Saudita e di altri paesi, minacciate dalla desertificazione. I primi 250 mila alberi sono già stati piantati in Eritrea, vicino alla barriera corallina del Mar Rosso e, a detta di Sato, oltre ad nutrire il terreno e a fornire cibo ad alcune specie animali, servono a combattere il riscaldamento globale assorbendo carbonio dall’atmosfera. Tuttavia per aiutare le piante a crescere viene utilizzata una tonnellata di fertilizzante per ogni ettaro di spiaggia, collocato in piccole buste che rilasciano lentamente i nutrienti necessari. Secondo alcuni ricercatori proprio queste sostanze danneggiano il corallo e impoveriscono le risorse ittiche da cui dipendono molte comunità locali. “Il corallo è particolarmente sensibile all’inquinamento da fertilizzanti” spiega Mark Spalding, coautore dell’Atlante mondiale della barriera corallina realizzato dalle Nazioni Unite. E aggiunge: “Sato sta lavorando senza alcuna consulenza scientifica esterna e senza aver fatto una valutazione dell’ impatto ambientale del suo progetto”. (p.d.a.)
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