La mirabilia del racconto scientifico

Edito a Pisa a cura del Redattore professore Gatteschi, il Giornale Pisano dei Letterati è uno degli esempi di letteratura ottocentesca che si presta bene per alcune riflessioni sui registri della divulgazione scientifica.
Nell’editoriale del primo numero (1802) di questo bimestrale di letteratura e scienze naturali il direttore dichiara l’intento del giornale: ”… il nostro principale oggetto nella compilazione di quest’opera non è che la propagazione dei lumi. (…) a misura che l’orizzonte politico prende un aspetto più tranquillo, gli spiriti già esaltati dalle circostanze ritornano a coltivare pacificamente la letteratura, le scienze e l’arti, (…) a cercare aumento alle proprie cognizioni”.
Sul frontespizio appaiono le persone che principalmente cooperano. Il corpo dei redattori e dei collaboratori esprime non solo un’ampia area geografica di provenienza, ma anche un presidio enciclopedico dei vari campi della cultura, delle scienze e della religione.
Enciclopedico ma non interdisciplinare: questo è il periodo in cui per molte delle discipline scientifiche vengono poste le basi del sapere, e c’è più tensione verso l’approfondimento tecnico, verso la creazione di un linguaggio specifico che non allo scambio fra le diverse discipline. Il Giornale diventa così il raccoglitore trasparente e imparziale dei nuovi traguardi dell’umanità su tutti i fronti del pensare e del conoscere.
Dagli indici apprendiamo come possa essere placida la convivenza di articoli di storia, botanica e storia della botanica, di religione, anatomia e trapianti, di letteratura e poemi in sanscrito, di chimica.
Leggiamo di recensioni teatrali, elogi di professori, bandi e distribuzione di premi delle Accademie di Lucca, Firenze e dell’Istituto Nazionale di Parigi.
Diamo una rapida scorsa ad alcuni titoli nei primi tre numeri del 1806.
Memoria del D. Carradori sulla ruggine delle piante cereali,
Lettera meteorologica (alle notizie di carattere meteorologico viene in generale assegnato uno spazio importante),
Uomini giganteschi,
Pila galvanica di sostanze vegetali,
Velocità di alcuni animali ,
Aneddoti interessanti sulla vita di Pope,
Satire scelte di Giuvenale,
Sull’uso della decozione di tabacco contro i vermi,
Sopra alcuni passi della vita di Lorenzo de’ Medici scritta da Roscoe…,
Sul nuovo metodo di far le mine,
Rimedio contro i geloni, o pedignoni,
Metodo di ravvivare le persone fulminate,
Fenomeno straordinario di struttura umana,
Storno parlante,
Scoperta di una nuova cometa,
Corografia dei Territorj di Modena,
Degl’innesti animali,
Maniera facile d’accrescere la luce delle candele con risparmio d’incomodo, e di combustibile.

La “Pila galvanica” di cui si parla è una pila composta solamente di sostanze vegetali: dischi di ramolaccio, o ravanello, e bietola rossa separati da dischi in legno di noce.
Nel “Rimedio contro i geloni” veniamo a sapere che l’acido muriatico (acquisizione ancora recente, e di gran moda) trova applicazioni ubique e diversissime, fra cui quella di guarire i geloni. Tagliando una parte di acido con 8 parti di vino canforato si curano le parti affette.
A proprosito del “Metodo di ravvivare le persone fulminate” si raccomanda, facendo fede ad un episodio realmente accaduto in America, di gettare acqua fresca in abbondanza sulle persone che giacciono senza moto “dopo esser state percosse dal fulmine”. Non si fornisce alcuna spiegazione sulle ragioni del beneficio.
Il “Fenomeno straordinario di struttura umana” è la descrizione di un individuo di mezzo secolo d’età privo delle “ordinarie vie escrementizie”, la cui bocca è obbligata ad eseguire “vicendevolmente il doppio ufficio della masticazione e delle deiezione”.
Il protagonista dello “Storno parlante” è uno storno che “pronunzia la metà dell’Ave Maria, la metà del Gloria Patri, e le parole Maria Teresa e Arciduca Carlo”.
Nel capitolo dedicato alla “Velocità di alcuni animali” leggiamo: “Un falcone che scappò dal serraglio di Fontainebleau di Enrico II fu trovato 24 ore dopo a Malta. Avea dunque in sì breve tempo fatto un viaggio di sopra 450 leghe, che corrisponde a circa 19 leghe l’ora… Ad una lumaca bisognerebbe 53 giorni per fare una lega.”
La “Maniera facile d’accrescere la luce delle candele” viene descritta come segue: “inclinando la candela a 3O°, la medesima si smoccola da se stessa, e la fiamma diviene tranquilla, chiara e uniforme”.
Sfogliando il Giornale si ha la sensazione di essere investiti da un turbine entusiasta di notizie da bollettino di guerra: scoperte di comete, di vaccini, di metodi i più diversi per risolvere problemi di varia natura, come la scoperta del nuovo nemico implacabile delle api, che addirittura le scaccia dalle arnie: il pipistrello. E poi, ancora, dettagliate e crudissime descrizione di trapianti di pelle, ricostruzioni di nasi e interventi di chirurgia plastica.
Il pubblico del Giornale de’ Letterati, nella sua supposta ingenuità e nella sua generosa immaginazione e appetito per le stranezze, è affascinato da quell’immenso poligono di fenomeni che è la natura senza esclusioni di sorta, e se segue con l’ansia di una competizione elettorale i traguardi della scienza (e così si terranno anche i lettori di fede positivista nella seconda metà del secolo), tuttavia non censura la parte in ombra della natura esperita. Non ancora.
La scienza è per il vasto pubblico (vasto di allora) un dominio non ancora del tutto profano e profanato, ed emana ancora una sottile aura fantastica.
La radice della curiosità che unisce tutti questi racconti è forse quella dell’esotico, della penetrazione nelle frontiere inesplorate della scienza. Nel giornalismo nascente si è già intuito il collegamento fra racconto della scienza e racconto del fantastico. Del resto, la vena fantastica e orrida della nostra curiosità non si è mai spenta, nemmeno oggi: dall’Odissea, le storie di Erodoto e i romanzi di Alessandro, sino alla passione per i mostri nel recente medioevo, attraverso il gusto per la maraviglia dell’età barocca, passando per i primi passi della criminologia di Lombroso, la nascita del romanzo giallo di Conan Doyle e Poe, il mondo circense e quindi Freaks, e la subcultura del paranormale (Peter Kolosimo). Il Guiness dei primati è pur sempre una traccia del versante eccentrico della statistica e del mondo dei numeri.
La vitalità di questa curiosità verso il “mondo strano” sfocia nel filone New Age delle letteratura scientifica di divulgazione americana, dove a risultati scientifici in piena regola si conferisce un’aura di mistero e di innovazione parascientifica, impastando il tutto con il condimento della cultura eco- (delfini che curano la depressione, e altre diavolerie).
Ma oggi non solo le culture marginali scivolano sul terreno dell’infatuazione per “l’apparentemente-non-spiegabile”. Certe volte pare di assistere a un curioso paradosso. Da una parte, già in pieno periodo positivista, l’interesse per il “curioso” e il para-scientifico veniva trattato con un linguaggio rigorosamente scientifico. E proprio nella comunanza di questo linguaggio i confini fra scienza ufficiale e scienza border-line tendevano a divenire più tenui.

Consigli pratici e bricolage

Nel Giornale de’ Letterati, la scienza non si esaurisce nelle due dimensioni delle applicazioni utilitaristiche e della ricerca teorica. Ce n’è una terza, più narrativa, ma non per questo meno seria: fornire materiale fantastico sempre nuovo ai lettori assetati di mirabilie. Accanto a questo versante, scabroso, del metodo scientifico, se ne rintraccia anche un altro: quello delle istruzioni pratiche per semplici accorgimenti, soluzioni e metodi casalinghi per ovviare a problemi di ogni sorta.
Questi buoni consigli, impregnati di buon senso, precorrono le rubriche di bricolage, anzi forse sia gli scienziati autori che gli adepti lettori sono stati i primi veri bricoleur.
Li immaginiamo, questi inventori schietti, talvolta abbandonati dalla committenza o senza la grazia di averne mai incontrata una, insomma disoccupati, che si guardano intorno nei loro appartamenti o nelle biblioteche, si lasciano cullare dal chiacchericcio mentale di intuizioni prescientifiche che cozzano l’una con l’altra, cercando di trovare delle migliorie, delle economie ai gesti quotidiani, fino a scoprirle davvero.
Pensiamo all’inventore Benjamin Franklin, fondatore nel 1728 della Pennsylvania Gazzette, autore della massima “Men and melons are hard to know”, tipografo e scrittore, inventore del parafulmine e di un nuovo tipo di stufa a legna, con la motivazione: “I fuochi grandi e vivaci contribuiscono moltissimo anche a danneggiare gli occhi, a seccare e avvizzire la pelle, e a causare un invecchiamento precoce”. Insomma, uno spirito pratico.
Alla pura curiosità, in balia dei propri ordinamenti interni, viene conferita cittadinanza nell’empireo delle Scienze, e dato spazio sulle colonne del Giornale de’ Letterati, con grande soddisfazione del pubblico. E dei nuovi pedagoghi-giornalisti, che vedono aumentare il favore dei propri articoli presso i lettori.

Raccontare la scienza: tra genio e faceto

Ancora oggi, la tradizione del bavardage scientifico è tutt’altro che spenta. E prospera massimamente nelle nazioni con forti tradizione scientifiche, Stati Uniti e Russia in testa. Fra gli autori contemporanei uno dei più interessanti è Douglas R. Hofstadter, figlio di un premio Nobel per la fisica, che per diversi anni redige la rubrica dei giochi matematici della rivista Scientific American, sviluppando un gusto interdisciplinare unico che lo porta a vagabondare in una originale e fantasmagorica macchina del tempo. Saltimbeccando per associazioni metatemporali, libera una grande forza ironica. Ciò che non lo abbandona mai, nei suoi viaggi nell’iperspazio, è la tutela accorta di un forte apparato logico. Alla sua tavola rotonda siedono Lewis Carroll, Zenone, Kurt Gödel, Bach ed Escher. Il suo grande successo è appunto il volume Gödel, Escher, Bach…, che gli ha fruttato un Pulitzer in America.
In Russia, una delle più importanti riviste di divulgazione scientifica (o perlomeno di maggior tiratura) si chiama Nauka i Zhizn. È letteralmente infarcita di trafiletti, e ci piace azzardare che casalinghe, studenti e ingegneri a riposo in gran numero trovino questi “infarcimenti” il materiale di gran lunga più piccante.
Znanje-Sila, interessantissimo giornale autenticamente interdisciplinare fondato nel 1926 (nel logo del titolo appare puntuale su ogni copertina il motto di Francis Bacon “Knowledge is power”, il titolo della pubblicazione nella traduzione russa), ospita volentieri notizie e commenti-flash che pescano a piene mani nelle regioni della curiosità. Qualche esempio sfogliando a caso: “Il computer al sapore di menta”, “I pomodori diventano aggressivi”, “Gravidanza più raffreddore uguale schizofrenia”.

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