La prevenzione contro l’epatite C entra in carcere

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PER LA PRIMA volta un progetto che punta sulla prevenzione dell’epatite C entra in un istituto detentivo. Là dove i numeri dell’infezione impongono di affrontare una vera emergenza: la prevalenza di Hcv è infatti stimata tra il 7,4% e il 38%, ben oltre il 2-5% calcolato per l’Italia nel suo complesso. Questa prima volta si chiama Enehide (EducazioNE e prevenzione sull’Hcv negli istituti detentivi), ed è un progetto pilota che partirà il 24 marzo prossimo nella Casa Circondariale di Viterbo. “Vogliamo realizzare un percorso di informazione e prevenzione sull’epatite C, sulle modalità di contagio, abitudini, usi e precauzioni da adottare per ridurre il rischio di trasmissione”, spiega Massimiliano Conforti, vice-presidente dell’Associazione EpaC Onlus, che insieme a SIMSPe Onlus ha promosso l’iniziativa con il patrocinio del Ministero della Giustizia, dal Consiglio regionale del Lazio e dall’Asl di Viterbo. Si prevedono 20 incontri di formazione e informazione rivolti alle persone detenute, al personale sanitario (circa 50 tra medici e personale infermieristico), oltre che ai circa 400 agenti di polizia penitenziaria che operano nell’istituto. “Inoltre, verranno diffusi strumenti di prevenzione: opuscoli informativi tradotti in sei lingue, e kit per l’igiene personale  – oltre 2.000 spazzolini e 2.000 tubetti di dentifricio – sostituiti con regolarità”.

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