Categorie: Società

La prospettiva sbagliata del guardalinee

Sbandierare o non sbandierare il fuorigioco. E’ questo il più grande dilemma per gli assistenti degli arbitri di calcio che molte volte non applicano come dovrebbero questo regolamento. Nel corso degli anni le moviole di tutte le trasmissioni sportive hanno giustificato le sviste dei guardalinee affermando che è impossibile per qualsiasi individuo riuscire a vedere due zone di campo nelle stesso momento. Secondo la regola 11 del regolamento del calcio, infatti, “un giocatore è in posizione di fuorigioco se si trova più vicino del pallone alla linea di porta avversaria, salvo che: a) si trova nella propria metà del terreno di gioco e, b) non è più vicino degli ultimi due avversari alla loro linea di porta”. In poche parole quando un giocatore passa la palla a un suo compagno e quest’ultimo, al momento del passaggio, ha tra sé e la porta un solo avversario è in fuorigioco.

Ora, per spiegare gli errori dei guardalinee si è scomodato addirittura Nature. In un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista inglese un gruppo di ricercatori dell’Università di Vrije di Amsterdam, in Olanda, dimostra come le sviste arbitrali siano causate da un’errata posizione dell’assistente dell’arbitro. L’équipe ha spiato tre guardalinee in 200 situazioni di potenziale fuorigioco e ha notato che nel 90 per cento dei casi l’assistente dell’arbitro si trovava in media 1,18 metri dietro l’ultimo difensore e non sulla stessa linea. In questo modo la retina del guardalinee riceve un’immagine non corrispondente alla realtà perché falsata dal gioco delle prospettive.

Due sono gli errori che può commettere un guardalinee: segnalare l’infrazione a un attaccante in posizione regolare oppure considerare in gioco un giocatore in offside. Il primo si verifica quando tra il guardalinee e l’attaccante c’è un difensore: l’assistente dell’arbitro, infatti, percepisce la posizione dell’attaccante più vicina alla porta avversaria e quindi alza la bandierina segnalando il fuorigioco. Al contrario, il secondo errore, avviene quando un giocatore è in posizione irregolare ma si trova tra il guardalinee e il difensore e la prospettiva lo fa quindi sembrare in gioco.

Lo studio dimostra inoltre che quando l’azione si sviluppa lontano dal guardalinee la percentuale di errore è più alta e in particolare sono maggiori le segnalazioni di fuorigioco inesistenti. Mentre quando la palla è vicina all’assistente arbitrale la situazione è opposta: a non essere segnalati sono di più i fuorigioco effettivi.

Per condurre la ricerca il team olandese, che consiglia l’utilizzo di un monitor per evitare queste sviste, ha visionato 200 videocassette prese da cinque campionati di calcio europei (spagnolo, olandese, italiano, tedesco e inglese) e dall’ultima edizione del campionato del mondo tenutasi in Francia nel 1998.

Federico Ferrazza

Giornalista, è nato nel 1978. E' coordinatore del sito Wired.it. Ha scritto di tecnologia, new media e scienza per alcune delle principali testate nazionali; tra queste: Galileo, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, L’espresso, Il Venerdì di Repubblica, Wired Italia, XL, Il Corriere delle Comunicazioni, Sapere. Insegna new media e giornalismo on-line in alcuni master universitari. 

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