La salute indivisibile

Daniela Minerva, Stefano VellaNo Aids. Globalizzare la saluteAvverbi edizioni, 2002pp.183, 10,00 euro“Un libro coraggioso”, lo ha definito Giovanni Berlinguer, presidente onorario della Consulta di Bioetica, durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi oggi presso la sala della stampa estera a Roma. È “No Aids. Globalizzare la salute” il libro ben scritto e ottimamente documentato di Daniela Minerva, giornalista dell’Espresso, e Stefano Vella, presidente dell’International Aids Society. Il coraggio è quello di avere una posizione forte, di dire che, prima ancora che la scienza, la risposta all’epidemia che sta decimando molte nazioni la deve dare la politica: quei governi che hanno promesso 1,3 miliardi di dollari durante il G8 di Genova e che a oggi hanno versato solo il 7 per cento di quella cifra. “Quello che non capiamo”, ha affermato Vella, “è se queste dichiarazioni di impegno sono solo dei modi per salvaguardare le coscienze del Nord opulento o se è finalmente l’inizio della comprensione dell’impatto planetario della minaccia che l’Aids rappresenta”.L’epidemia infatti sta distruggendo un intero continente: l’Africa, dove l’Aids rappresenta la prima causa di morte. E dove la malattia svela una tragedia nella tragedia: la disuguaglianza. “L’Aids ci mette di fronte per la prima volta in maniera inequivocabile all’Ingiustizia […] Qui non ci sono malattie dei ricchi e malattie dei poveri; c’è una sola malattia, che i ricchi possono curare e i poveri no. […] Di fronte all’Aids non c’è più un Sud del mondo povero e paralizzato da malattie, catastrofi naturali, guerre, dittature: terribili ma confortevolmente lontane. Tutto è molto più semplice: l’Aids divide il mondo tra chi ha i soldi per pagare la terapia e chi non li ha” (pag. 39). Il diritto negato alla salute per questi popoli è uno dei cavalli di battaglia dei No global presenti alla Conferenza Mondiale sull’Aids di Durban nel 2001 e a Genova durante il G8. “L’epidemia di Aids fornisce ai No global un terreno concreto su cui incanalare la protesta e fare proposte precise a cui i governi non possono sottrarsi”, auspica Vella. Dalla contestazione alla globalizzazione quindi può nascere un nuovo movimento: quello della globalizzazione del diritto alla salute. Perché “la salute del mondo è indivisibile”, come ha ricordato Berlilnguer.

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