La scienza di tutti i giorni

Andrea Frova
La scienza di tutti i giorni
Bur 2010, pp. 395, euro 18,00

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L’arcobaleno, l’azzurro del cielo, l’insolita forma di un fiocco di neve, la sorprendente traiettoria di un pallone che finisce in rete al di là di ogni aspettativa. I fenomeni naturali in cui ci imbattiamo tutti i giorni vengono spiegati con esemplare chiarezza nell’ultima fatica di Andrea Frova, un’utilissima  guida alla comprensione di ciò che accade sotto i nostri occhi che non si limita a dare risposte ma pretende la partecipazione del lettore nella verifica di quanto viene detto. Spingendolo ad alzarsi dalla poltrona, a soffiare su un foglio di carta, a mischiare granelli di pepe con il sapone, a mettere l’orecchio su un imbuto, a improvvisare un momentaneo strabismo e persino a ipotizzare soluzioni ai problemi sollevati. Leggere “La Scienza di tutti i giorni” è un po’ come allenarsi in una palestra del ragionamento, sotto le instancabili incitazioni di un personal trainer che non ammette pigrizia mentale e a chi si scoraggia sussurra all’orecchio: “Non rinunciate a fare la prova, per favore”.

Incorniciato su sfondo verde, come impone una grafica elegante e funzionale, lo sfacciato invito che Andrea Frova rivolge ai lettori in chiusura del primo capitolo rende questo libro qualcosa di più di un riuscito compendio divulgativo.  Ne fa un manifesto della scienza sperimentata in prima persona, quella che piaceva a Galileo, quella per cui, come dice il proverbio veneto vale la pena “negarse nel mar grando”, quella che ha il potere di rendere chiunque protagonista del processo che conduce alla verità.  Una scienza cioè che sporca le mani e che può essere “fatta in casa” con siringhe, aghi, tubi di gomma e gocce di latte. Basta seguire quanto indicato nelle schede pratiche per riuscire a simulare il sole che tramonta, l’effetto serra, l’arcobaleno o verificare i principi fondamentali della fisica come la conservazione dell’energia.
Insistiamo: il fiore all’occhiello de “La scienza di tutti i giorni” è l’autentica dichiarazione d’amore dell’autore nei confronti di quelle “sensate esperienze” galileiane che sono state capaci di demolire in passato molte granitiche certezze fondate sull’ “ipse dixit” .

Non è certo un “outing” inaspettato quello di Frova. Conoscevamo già dai suoi precedenti lavori, uno per tutti Se l’uomo avesse le ali (BUR 2009), la sua avversione per chi spaccia tesi preconcette per verità inconfutabili, ma questa volta più che altrove, come scrive Pietro Greco in una prefazione ricca di spunti di riflessione, l’agile divulgatore spinge il “lettore a nuotare controcorrente”, convincendolo ad allontanarsi dalle “comode sponde del senso comune per risalire il corso dell’uncommon sense”.

Le tracce del pragmatismo di Frova, che tutti i lettori digiuni di formule tanto apprezzano, sono ovunque: dalla citazione di Sherlock Holmes che rimprovera chi cerca di “distorcere i fatti per farli quadrare con la teoria, invece di far aderire la teoria ai fatti”, alle frequenti descrizioni dei più famosi esperimenti che hanno segnato una svolta nella storia della scienza, agli inusuali, poco accademici, ma incisivi rimandi ai video di Youtube.

Perciò siamo convinti che “La scienza di tutti i giorni” sia un libro da “usare” , oltre che da leggere, e che sia più adatto a stare in cucina piuttosto che in salone. Non solo per la scontata metafora di una scienza “capace di nutrire”, ma perché è quello il luogo della casa più abituato alle sperimentazioni, dove non a caso si trovano gran parte degli strumenti suggeriti nel libro e dove può capitare che le famiglie si riuniscano per cimentarsi in nuove performance culinarie.

Del resto, vista la soddisfazione che si prova nell’assistere alla riuscita di un esperimento, “La scienza di tutti i giorni” ha tutti i requisiti per venire considerato un “Talismano della felicità” in veste scientifica.

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