Il batterio Escherichia coli si sa togliere dagli impacci e, per così dire, riesce a salvarsi la pelle. Dall’osservazione dei meccanismi metti in atto da questo microrganismo per scampare a condizioni avverse, i ricercatori della Università del Michigan e di quella del Texas hanno tratto importanti indicazioni su come le proteine modificano la loro conformazione. Processo che è causa di molte malattie, tra cui l’Alzheimer e la fibrosi cistica. La ricerca, descritta su Science, si è concentrata su un ceppo di E. coli ingegnerizzata a cui era stata tolta la possibilità di sviluppare alcuni legami chimici particolari, detti disulfidici, che consentono al batterio di muoversi e quindi di procurarsi del nutrimento. Ma i ricercatori hanno notato che, in caso di necessità, anche i batteri modificati riuscivano a ristabilire la capacità di sviluppare questi legami, e quindi di non morire di fame. I legami disulfidici sono delle catene molecolari che si trovano nelle proteine e sono loro utili anche nell’assunzione della forma tridimensionale. La creazione di nuovi legami di questo tipo avverrebbe tramite l’utilizzo di una proteina chiamata tioredoxina, sostanza che di solito li distrugge. Dimostrare che, in caso di forza maggiore, possa addirittura crearli – hanno sottolineato i ricercatori – equivale ad avere colto l’evoluzione sul fatto. (i.l.c.)